Rivolgendosi ai suoi fedeli, agricoltori, pescatori, pastori, commercianti, Agostino aveva coscienza dell’arditezza degli argomenti che stava trattando. Di conseguenza, supplica Dio di aiutarlo a dire cose vere, mai false. Anche perché, precisa, “è meglio non conoscere piuttosto che errare, benché sia meglio sapere che non sapere”. Per questo si appella a Dio perché gli faccia dono di venir a conoscere il significato del testo che intende commentare: “Gli mostrerà cose maggiori di queste”. Il soggetto è il Padre, il cui Figlio, cioè il Verbo, si è incarnato: “Il Verbo di Dio è disceso da noi e Colui che prima parlava come Dio ha cominciato a parlare come uomo. Tuttavia, è in persona uomo Colui che è Dio, perché come Dio si è fatto uomo. È stato fatto ciò che non era senza perdere ciò che era”. E prosegue su questa linea: “Pertanto, l’uomo si è avvicinato a Dio, al punto da essere uomo Colui che era Dio, non al punto da essere uomo e non essere più Dio”. In tal modo, Lui Creatore si è fatto nostro fratello: “Creatore perché Verbo in principio; fratello perché nato dalla Vergine Maria. Creatore prima di Abramo, prima di Adamo, prima della terra, prima del cielo, prima di tutte le cose corporali e spirituali; fratello, invece, dal seme di Abramo, dalla tribù di Giuda, dalla Vergine di Israele”. Grazie alla sua incarnazione, ha fatto di noi, poveri uomini peccatori, persone eccelse: “Eccelso è Lui stesso, Lui che si è fatto umile per fare di noi umili persone eccelse”.Era ormai maturo il pensiero centrale del suo intervento: “Perciò felicitiamoci e rendiamo grazie del fatto che noi non solo siamo stati fatti cristiani, ma Cristo” (“Non solum nos christianos factos esse, sed Christum!”). Il resto del discorso ne diventa una esplicitazione: “Stupitene, godetene, siamo stati fatti Cristo! Se, infatti, Egli è il capo, noi ne siamo le membra”. Un pensiero, questo, caro ad Agostino che si ispira all’apostolo Paolo. Si tratta di quel Cristus totus, cioè del Cristo totale, che è costituito da Cristo capo e dalla Chiesa come corpo: “Un solo uomo, capo e membra!”. I due sono inseparabili: “Non ha voluto separarsene. Era da noi lontano e molto lontano. Che cosa c’è di più lontano quanto la creatura dal Creatore? Che cosa di così tanto lontano quanto l’eternità e la mortalità?”. Lui che come Verbo è stato la mano creatrice del Padre! Si è fatto uomo, per fare di noi degli esseri divini!