Del festival della canzone italiana non si butta via niente. Per Sanremo Young, infatti, è rimasta allestita nella città dei fiori per altre cinque settimane la costosa e avveniristica scenografia con le immancabili scale. Sul famoso palco dell’Ariston, dopo la seguitissima esibizione dei big, ora danno prova di sé i possibili campioni di domani. Cambiano i concorrenti e anche il meccanismo di gara si adatta a quello dei talent show. A vagliare e molto spesso frenare i sogni di gloria dei debuttanti ci pensa l’immancabile giuria, composta da ben dieci persone, tenuta a bada dallo sguardo di Antonella Clerici, fatina bionda dal viso rassicurante e dai gesti materni. La conduttrice accanto all’impegno quotidiano con pentole e fornelli de La prova del cuoco, ogni tanto torna a rinnovare i fasti di Sandra Milo e dei suoi Piccoli fans, tenendo a battesimo questi nuovi possibili emergenti del canto italiano. Il legame con la ben più nota manifestazione canora sta nel riproporre brani eseguiti in lingua italiana e inglese di artisti che si sono esibiti durante il festival. La trasmissione nei fatti è la riedizione più raffinata di Ti lascio una canzone, condotto sempre dalla Clerici. I giudizi solitamente malevoli della giuria sono qui attenuati, a causa della giovane età dei concorrenti e dallo spirito buonista che sempre aleggia a Sanremo. Ancora una volta ci sono propinati in prima serata quelli che fino a vent’anni fa erano soltanto dei provini a porte chiuse ai quali assistevano soltanto gli esperti del settore. Ora, mentre scarseggiano le idee originali e vincenti, fanno egualmente una più che ragguardevole audience queste audizioni di sconosciuti che permettono all’azienda che li chiama davanti alle telecamere di farsi bella, mostrandosi interessata alla realtà giovanile e ai nuovi talenti. Le luci della ribalta, però, più che aiutare questi novizi della musica e del canto, molto spesso li hanno accecati, illudendoli di aver acquistato in fretta una popolarità effimera durata invece il breve tempo di una sola stagione. La Clerici, sempre accomodante e sorridente, cerca di far salotto con i giurati ma il suo tentativo fallisce nel nulla. Gli esaminatori non si lasciano suggestionare e, per dare verve al programma, non lesinano anche qualche critica severa che fa discutere o può imbarazzare. Se Sanremo è Sanremo, come dice il celebre motivetto, molto meglio sarebbe stato lasciare spente le luci subito dopo il trionfo del vincitore.