È mai possibile che il Cristo, che ha preso la stessa carne e lo stesso sangue di qualsiasi altro essere umano, ha pianto davanti alla tomba di Lazzaro, ha urlato di dolore sul Golgota, abbia dell’umanità qualsiasi cosa tranne il sorriso? La questione fu sollevata dal filosofo russo Rozanov due secoli fa. È nelle parabole evangeliche che maggiormente si manifesta il sorriso di Cristo con una fine ironia che fa sorridere anche noi e ci spinge a cercare il senso della vita. I grandi santi lo hanno compreso in modo immediato: Francesco d’Assisi con la gioia serafica, per lui imprescindibile dall’annuncio della buona novella; Giovanni Bosco che ha speso tutta la sua vita per dare un sogno ai giovani diceva: “La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l'amore. Ecco perché il demonio ha paura della gente allegra”. (S.O.)
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