“La fede non può essere conservata, né può svilupparsi che in simbiosi con tutto quello che costituisce l’attività interna ed esterna dell’uomo. Ogni separazione, quindi, tra la fede e la vita aumenta l’incredulità e l’avvelena mortalmente. È giusto che il soprannaturale rimanga trascendente e non sia umanizzato, nel senso che il regno di Dio si identifichi con le visibili realizzazioni della cristianità che sono sempre creazioni temporali; però deve incarnarsi in ogni valore umano; e ad ogni crescita dell’umanità, ad ogni vero progresso dell’uomo, deve sempre corrispondere una crescita della fede. La fede, nella sua espressione concreta di Chiesa, non può essere un gruppo isolato, o un masso erratico, ma una cattolicità che abbraccia, comprende, ravviva e ricrea ogni cosa. Come il Cristo, essa dev’essere ovunque con una politica di presenza, non con una politica di prestigio”. [Tratto da: Primo Mazzolari, Della fede, della tolleranza]
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