L'obbedienza, atteggiamento fondamentale, virtù del credente, e per alcuni scelta elettiva, nella forma di consiglio evangelico, sembra patire oggigiorno scarso apprezzamento se non aperto sospetto. Non di rado è stata presentata come sottomissione rassegnata e deresponsabilizzante, mentre sempre più spazio ha trovato il diritto all'autodeterminazione. Non è forse vero che proprio il cristianesimo ha portato a riconoscere la singolarità di ogni persona? Ma è altrettanto vero che ciò non si dà al di fuori di una relazione buona, nella pretesa di bastare a se stessi! Va dunque scoperta, sempre di nuovo la verità che la Parola di Dio ci consegna, raccontandoci di un Dio che ascolta il grido del suo popolo (Es 3,7) e che nel Figlio suo ha fatto se stesso obbediente (Fil 2,8) mettendosi in ascolto degli uomini e le donne che ha incontrato, imparando così l'obbedienza (Eb 5,8). Esperienza che ogni madre e padre conosce bene, quando presta attenzione al bisogno del proprio bambino: così gli insegna l'obbedienza, la capacità di dare ascolto a quella Parola che porta a prendersi cura del bisogno del più piccolo. (A.G)
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