“Il dilagare dell’iniquità raffredderà l’amore di molti”. È la situazione drammatica che stiamo vivendo. Lo abbiamo tolto dalle pareti e dalle feste natalizie perché prima lo abbiamo sfrattato dai cuori. Ci siamo tenuti solo il contorno luccicante. Ma non riusciremo mai a distruggere l'Amore che si è fatto carne e ha radicato la Sua dimora in noi, senza confondersi e senza separarsi.
Nelle icone il bambino giace in un sarcofago, sulla soglia di un antro nero come la morte, inerme e minuto. E la Madre regale, lo partorisce nella letizia estatica – ora; nel travaglio del cuore straziato, più tardi – sul Calvario.
Il parto difficile e doloroso di noi, ladroni graziati e maddalene penitenti, strappati da Lei, la Madre, alle trame sataniche del dragone infernale. Amati e evoluti. Ma stavolta occorre anche il nostro consenso: “nascesse mille volte Cristo in Betlemme, se non nasce nel tuo cuore sei perduto in eterno. (S.Z.)