Seggendo in piuma in fama non si vien

Passata la quarta bolgia, quella degli indovini, stando sul ponte della quinta bolgia, Dante assiste a scene che apparentemente suscitano il sorriso, ma in realtà rivelano situazioni angoscianti...

May 19, 2025

| DI Mons. Giuseppe Zenti

Seggendo in piuma in fama non si vien
Passata la quarta bolgia, quella degli indovini, stando sul ponte della quinta bolgia, Dante assiste a scene che apparentemente suscitano il sorriso, ma in realtà rivelano situazioni angoscianti: i diavoli di Malebranche, i cui nomi sono un capolavoro di fantasia, sotto la guida di Barbariccia, sono impegnati a far stare sotto la pece bollente i barattieri, cioè i truffatori, come i cuochi che con l’uncino fanno stare sotto acqua nella pentola la carne. Dante si sente in una compagnia malvagia. Del resto, osserva, ogni ambiente ha i propri frequentatori: “Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesa / coi santi, ed in taverna co’ ghiottoni”. Dante e Virgilio vengono ingannati dai diavoli sulla via da prendere per proseguire il viaggio. Nulla di che meravigliarsi, dal momento che è il loro mestiere ingannare, come precisa frate Catalano: “Io udi’ già dire a Bologna / del diavol vizi assai, tra i quali udi’ / ch’elli è bugiardo e padre di menzogna”. Dante e Virgilio si allontanano da soli, uno dietro l’altro, come frati minori quando vanno per strada: “Taciti, soli, sanza compagnia / n’andavam l’uno dinanzi e l’altro dopo, / come i frati minor vanno per via”. Giunti sul ponte della settima bolgia, dove sono condannati i ladri, Dante si sente stanco. E si siede. Ma Virgilio lo rimprovera e gli ricorda che solo le conquiste, frutto di impegno e non di ozio, durano nel tempo, con fama imperitura: “«Omai convien che tu così ti spoltre», / disse ’l maestro; «ché, seggendo in piuma, / in fama non si vien, né sotto coltre; / sanza la qual chi sua vita consuma, / cotal vestigio in terra di sé lascia, / qual fummo in aere e in acqua la schiuma»”.Almeno due indicazioni possiamo rilevare in riferimento all’Anno giubilare. Il primo riguarda il diavolo. Lasciamo stare per il momento come viene descritto da Dante. Sta di fatto che è “menzognero e padre di menzogna”. Dalle sue insidie e dalle sue seduzioni occorre tenersi sempre in allerta. La seconda indicazione: l’essere cristiani non consente una vita in pantofole; esige invece l’impegno, anche sotto il profilo sociale, di tutti i giorni, specialmente in tema di amore fraterno solidale.

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