Settembre è sempre stato un mese ricco di appuntamenti per la Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) e il mondo delle due ruote veronesi in generale, ma quello che si avvia alla conclusione lo è stato in modo particolare. Si è appena chiusa la Settimana europea della Mobilità sostenibile che per la prima volta ha visto l’adesione, se non formale, almeno “ideale” dell’amministrazione comunale che per l’occasione ha voluto presentare una lista di progetti per lo sviluppo della mobilità ciclistica e di quella sostenibile. C’è stato il Tocatì, al quale come associazione abbiamo fornito un contributo “logistico” gestendo un cicloparcheggio custodito e gratuito in piazza Bra. Per alcuni giorni, grazie al Cosmo Bike Show, la fiera internazionale della bicicletta di cui Fiab era partner privilegiato, Verona è stata perfino “capitale della bici”.
Questo significa che comincia a esserci più spazio per la mobilità sostenibile anche nella nostra città? Di sicuro qualcosa si sta muovendo: sono i ciclisti urbani, ovvero coloro che scelgono la bicicletta per gli spostamenti quotidiani, che sono cresciuti di numero, e non siamo stati i soli ad accorgercene. Di sicuro sta cambiando il mondo attorno a noi. La crisi ha modificato gli stili di vita e questo non è necessariamente un male se ci costringe ad usare di più la testa. Sono finiti i tempi in cui l’automobile era uno status symbol e se oggi ci pensiamo due volte prima di usufruirne anche per distanze brevi non è segno di indigenza ma di intelligenza.
Certo, il cambiamento va sostenuto con le infrastrutture, ma per fortuna a Verona non siamo all’anno zero. Abbiamo uno scheletro di rete ciclabile, per quanto sia poco curata e discontinua. A breve avremo anche un cicloparcheggio alla stazione ferroviaria. Più che di grossi interventi si tratta di ripensare ciò che abbiamo nella sua globalità e non più a spezzoni, per renderlo fruibile nel migliori dei modi. In giro per l’Italia si parla di tangenziali della bicicletta, in Germania s’inaugurano le autostrade della bicicletta, noi ci accontenteremmo di individuare per ciascun quartiere di Verona un percorso ciclo-pedonale sicuro di avvicinamento al centro storico e di collegamento ai comuni limitrofi. Se ne è parlato in passato e si ritornerà a parlarne in futuro perché questa è la strada giusta.
Da questo sviluppo emergono già posti di lavoro, nuove professioni e occasioni d’impresa poiché il corollario dell’avanzare della mobilità sostenibile è un cicloturismo in costante crescita, ne abbiamo un piccolo assaggio con l’aumento dei turisti seguito al completamento, ad opera della Provincia di Verona, del tratto veronese dei grandi corridoi ciclabili europei.
Credo comunque che il vero cambiamento lo vedremo quando gli amministratori la smetteranno di temere l’opinione degli automobilisti più del Giudizio Universale e troveranno il coraggio di fare le scelte che occorrono, preoccupandosi innanzitutto di dare loro, per primi, il buon esempio.
In pochi più di papa Francesco mostrano di capire la grande forza dell’esempio. Lui non esita a rompere cerimoniali ed etichette pur di sottolineare con i fatti l’importanza di uno stile di vita sobrio e rispettoso dell’altro e del creato, come spiegato da ultimo nell’enciclica Laudato si’. L’abbiamo letta, l’enciclica, ne abbiamo discusso e a breve partiremo con la campagna di sensibilizzazione “Vado a Messa senz’auto” che ci sforzeremo di portare in tutte le parrocchie della città. Per i credenti il giorno del Signore è il più bello della settimana ed è occasione per incontrare amici e conoscenti. La bicicletta o l’andare a piedi ci aiuta a farlo con serenità, sicurezza e allegria lontano dal rumore. In questo modo faremo un regalo alla comunità e a noi stessi perché non inquineremo e preserveremo la nostra salute.