Questa parola è forse una delle più evocative che troviamo nelle sacre scritture per rappresentare un luogo in cui si può incontrare Dio e la profezia di chi sceglie il distacco volontario dalle logiche mondane. Capace di rinverdire i ricordi giovanili delle esperienze in mezzo alla natura, oggi purtroppo è anche il simbolo di popoli senza patria e senza terra. La tenda è un riparo provvisorio, per una vita leggera, una scommessa per il futuro, ma porta con sè i timori dell’insicurezza e la ricerca di una stabilità che mai si può raggiungere pienamente in questo mondo. Eppure è un sogno: fuggire dalla schiavitù per cercare la propria libertà e la propria identità. Le tendopoli dei terremotati sono un monito per noi che ci illudiamo che tutto ritorni come prima, mentre non ci accorgiamo che tutto volge al suo compimento. [S.O.]

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