Gli ultimi anni governativi, in Italia, hanno registrato un crescendo divario tra le intenzioni e la realtà, tra quello che si prospetta – magari con poderosi decreti legge più voluminosi della Divina Commedia – e quello che poi si riesce a fare. Si colma il divario rinviando: a successivi decreti che concretizzeranno le intenzioni (98, per l’ultimo decreto Rilancio, che quindi dispiegherà tutto il suo potenziale prima dell’estinzione della razza umana); a successive riforme che cambino veramente quel che si è finto di cambiare; a successivi governi che poi mettano una pezza.Intanto si campa all’italiana: facendo più debiti. Ma qualcuno ce li deve prestare, quei soldi che poi nei decreti già stiamo stanziando e spendendo. Ebbene, tralasciando per un attimo i 37 miliardi di prestiti europei (il “famigerato” quanto utilissimo Mes) a tasso quasi zero che i feroci oppositori italici nemmeno sanno – o sanno spiegare – perché dovremmo rinunciarvi, la novità degli ultimi giorni è la decisione franco-tedesca di mettere mano ai portafogli per dare un aiuto serio e non soffocante a quei Paesi che rischiano di morire di post-virus. Italia in primis.Certo, c’è il cuore, la generosità, lo spirito pan-europeista; ma anche la fondata convinzione che qui rischia di saltare il banco. E se per Italia e Spagna saranno lacrime e sangue, non mancheranno i dolori nemmeno oltralpe. Quindi una fiche da 500 miliardi di euro messa sul tavolo a favore della ripresa, un quinto dei quali finirebbe nelle nostre mani senza interessi né condizionalità particolari. Insomma ossigeno gratuito.Nonostante il tentativo di fornire prove contrarie, gli italiani non sono cretini e hanno fatto subito gli occhi dolci, mentre alcuni che ci dovrebbero finanziare (olandesi, austriaci, danesi…) non sono affatto d’accordo: ci vedono come cicale, spendaccioni che regalano pensioni anticipate ai propri cittadini-elettori con i soldi dei virtuosi del Nord.Vedremo come andrà a finire e cerchiamo di non dare loro ragione. L’ossigeno ci serve per tornare a galla e, possibilmente, per approdare su una spiaggia più sicura e confortevole. Non sprechiamolo sott’acqua: dopo non ce ne sarà più. Qui ci vuole una poderosa iniezione di vitamine al sistema produttivo, e una poderosa lotta ai trigliceridi che incrostano le arterie dell’apparato pubblico, la famosa “burocrazia” italiana che non è solo costosa (molto costosa), ma purtroppo è scarsamente efficiente.Quindi speriamo che le mancette per far titoli sui giornali (bonus vacanze, bonus monopattini cinesi) siano solo frutto della politica-comunicazione degli anni Venti. Mentre chi di dovere, invece, si stia impegnando a fondo almeno per copiare i buoni esempi di rilancio che si vedono in Germania, Gran Bretagna, Francia. Non occorre essere originali. Copiamo pure, se alla fine quel che conta è prendere un bel voto che ci promuova. Magari copiando impariamo.