L’Open day dell’ospedale per le future mamme

Il Sacro Cuore e il suo Punto Nascite

| DI Giorgia Saracino

L’Open day dell’ospedale per le future mamme
“Continua la diminuzione delle nascite: nel 2024 sono state 369.944, in calo del 2,6 per cento sull’anno precedente”: così dichiara il report emanato lo scorso ottobre dall’Istat, con le statistiche in merito a “Natalità e fecondità della popolazione residente relative all’anno 2024”. Per di più, “la denatalità prosegue nel 2025: secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-luglio, le nascite sono pari a 197.956, in diminuzione di circa 13mila unità (-6,3 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2024 (211.250 nati)”. 
Dando uno sguardo alle zone geografiche, il rapporto Istat rileva che “a livello sub-nazionale, secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-luglio 2025, le ripartizioni nelle quali si osserva la diminuzione maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono il Centro (-7,8 per cento) e il Mezzogiorno (-7,2 per cento); segue il Nord (-5,0 per cento). Le regioni che hanno registrato il calo più intenso sono l’Abruzzo (-10,2 per cento) e la Sardegna (-10,1 per cento). […] Le sole regioni a registrare un aumento sono, secondo i dati provvisori, la Valle d’Aosta (+5,5 per cento) e le Province autonome di Bolzano (+1,9 per cento) e di Trento (+0,6 per cento)”.
Appare in questo modo la situazione demografica in Italia, descritta dall’Istituto nazionale di statistica, con una persistente crisi di natalità e fecondità che tocca nuovamente i minimi storici. Com’è risaputo, le cause della contrazione delle nascite sono imputabili a molteplici fattori, che evidenziano le difficoltà in cui potrebbero imbattersi i potenziali genitori. 
Tra i fattori sociali rintracciabili è sicuramente piuttosto evidente l’allungarsi dei tempi di formazione così come l’incertezza, la precarietà per i giovani in ambito lavorativo. Inoltre, come emerge dal report, la difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni posticipa l’uscita dal nucleo familiare di origine, rimandando dunque la realizzazione di una nuova famiglia. A tutto ciò, si aggiungono poi le preoccupazioni legate al futuro, guardando ai contesti di crisi per l’economia, il clima, le guerre: ad un mio eventuale figlio cosa sarei in grado di garantire? Sarebbe giusto mettere al mondo una creatura senza essere sicuri di poterle assicurare una vita dignitosa?
Date le premesse, la situazione non appare delle più rosee e per i coraggiosi che si avviano nello splendido percorso della genitorialità diventa praticamente indispensabile documentarsi, ricercare e sperimentare quante più possibili nozioni. I genitori oggi «tendono a cercare informazioni, tramite i social e altre iniziative: rispetto ad un tempo sono molto più focalizzati sulla scelta consapevole del luogo dove vanno a partorire, probabilmente anche perché si è spostata un po’ l’età in cui si inizia a fare figli. Di conseguenza, le mamme sono giustamente più centrate e si fanno meno trascinare dalla quella spensieratezza caratteristica, invece, di una fascia d’età più giovanile». 
A parlare sono Giorgia Baietta e Nicole Marconi, due ostetriche dell’ospedale Sacro Cuore don Calabria di Negrar, dove lo scorso 1° dicembre si è svolto l’Open day del Punto nascite. Durante quella giornata il Centro di formazione dell’ospedale ha accolto le future mamme con i papà, accompagnati da fratellini e sorelline, per vivere un momento informativo sul reparto di Ostetricia e sulle attività messe in campo nei mesi della gravidanza.
Questa di dicembre è stata la seconda edizione dell’iniziativa nata lo scorso maggio con l’intento di far conoscere il reparto in maniera ravvicinata, esplorando concretamente i servizi offerti senza rimanere sulla descrizione superficiale letta sul sito web. L’evento ha registrato «una grande affluenza: abbiamo contato – raccontano le ostetriche – la partecipazione di una sessantina di mamme, o forse anche di più, e siamo soddisfatte perché si sono dimostrate interessate nelle informazioni da recepire e attive nello svolgimento dei laboratori».
A proposito delle attività laboratoriali, l’Open day includeva «oltre ad una parte informativa, anche dei momenti creativi in cui le mamme si potevano mettere in gioco» ed è stata ampia anche la partecipazione dei papà che sono stati coinvolti soprattutto in tutti quegli aspetti che possono riguardare in particolare il supporto nel travaglio. 
Tra le attività svolte in quella giornata, la creazione del fiocco nascita e il belly painting – il disegno della posizione del bambino effettuato sulla pancia – hanno avuto una grande partecipazione. Hanno riscosso ampio interesse, poi, laboratori con tecniche di massaggio da attuare in gravidanza e durante il parto. Inoltre, «in tante hanno chiesto informazioni riguardo la presenza del reparto di patologia neonatale che accoglie bambini dalla 33esima settimana di gestazione, anche perché probabilmente questo aspetto non è conosciuto da molti, ma è ovviamente molto rassicurante».
In quell’occasione, insomma, si è potuto rilevare come la cura e la scelta dell’ospedale in base ai servizi siano tra le priorità dei genitori. Probabilmente su ciò influiscono pure il contesto sociale, il modo di vivere la gravidanza: «Una volta – hanno riportato le ostetriche – i genitori erano circondati da più persone, da famiglie numerose; oggi, invece, si tende più a contare su se stessi, mancando spesso una rete di supporto attorno alle mamme e ai papà». 
È evidente che la situazione demografica sia fortemente in crisi, ma le attenzioni nei confronti delle gravidanze restano alte: non era scontato che un’iniziativa come quella dell’ospedale di Negrar riscuotesse un successo simile, ma ha saputo cogliere le giuste esigenze. L’idea da parte del reparto di Ostetricia – con il direttore Marcello Ceccaroni e la responsabile Alessandra Ghidini – è quella di dare seguito ad altre edizioni dell’Open day con una frequenza di due eventi all’anno, puntando anche sulla comunicazione tramite l’uso dei social media, visto che si è notato come «sia più facile e immediato che le mamme vadano a cercare informazioni sulle pagine social».

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