«Si fa volontariato perché piace farlo». Semplice no? Anziché andare alla ricerca di tante ricette o di chissà quali risposte. C’è una tale naturalezza nelle parole di Michela Gozzo nel raccontare la sua dedizione nei confronti del prossimo che, alla trentacinquenne di Illasi, si illuminano gli occhi. Si intuisce che ha trovato la sua “vocazione”. Ad alimentarla sono i sorrisi dei bambini che ama stupire attraverso piccoli gesti. È questa la più bella ricompensa per un darsi da fare in maniera sincera, che sia in parrocchia oppure in una manifestazione organizzata in paese.
Un secondo lavoro. «Lavoro al consorzio agrario come segretaria ed è un’attività che mi impegna tutto il giorno, per l’intera settimana. Al volontariato dedico il tempo che mi ritaglio la sera e fino a notte fonda o nel weekend», esordisce. Praticamente ha un secondo lavoro: quello di “amica di santa Lucia”, perché è così che grandi e piccini la conoscono nella zona, visto che la aiuta nella raccolta e nella distribuzione dei regali, accorciando le distanze a bordo di una Panda o facendosi aiutare da un asinello. È un’aiutante abituata a fare parecchi straordinari, perché il suo impegno si declina in ogni stagione, per tutto il tempo dell’anno. Le voci corrono e, pochi mesi fa, è stata ingaggiata pure dalla Befana per distribuire carbone. Tant’è.
Balocchi nuovi e recuperati. Non stupisce scoprire che una stanza dell’antica casa di corte della sua famiglia è stipata di giocattoli: se ne contano scatole dalle quali spuntano peluche e bambolotti, automobiline e trenini, libretti da leggere o da colorare, pennarelli.
Alcuni di questi balocchi li acquista di tasca propria, senza sentire il peso di fare qualche rinuncia. Altri li raccoglie attraverso il passaparola e li aggiusta, ad esempio sostituendo le batterie o procurandosi i pezzi di ricambio necessari, per spedirli una volta sistemati a varie associazioni con le quali è in contatto nel Veronese e in diverse parti d’Italia.
In pochi anni, ha intessuto una fitta rete solidale con molteplici realtà. Le sue donazioni raggiungono vari Centri aiuto vita, l’Associazione per il bambino in ospedale (Abio) e Abeo, l’Associazione bambino emopatico oncologico. Michela raccoglie gomitoli per “Mani di mamma”, mentre per “Cuori di maglia” di Padova procura filati che servono a creare copertine e vestitini per i neonati ricoverati nelle terapie intensive neonatali; inoltre, raduna sacchi di tappi per la odv “Peter pan”.
Nel frattempo, lavatrici di peluche finiscono distesi al sole per essere pronti a trovare nuovi abbracci. Capi di abbigliamento in buone condizioni vengono selezionati e smistati, a seconda dell’età e delle stagioni, per essere destinati a chi ne ha davvero bisogno.
Questione di famiglia. Insomma, c’è un grande fervore: coinvolge numerosi donatori che lasciano scatoloni e sporte di oggetti che meritano un’altra chance accanto alle scalette dell’abitazione di Michela, in via Serravalle.
Proprio lì dove, a dicembre, spunta una capiente cassetta delle lettere per raccogliere le letterine dei bimbi da far recapitare a santa Lucia. Inevitabilmente, pure altri componenti della famiglia Gozzo sono coinvolti in questa economia circolare della solidarietà: da mamma Antonietta a papà Gianmichele fino alla nipotina Beatrice, di 6 anni, «che un giorno, lo ha già detto... vuole diventare come la zia».
Quando è iniziato tutto? «A giugno del 2018 sono stata travolta da un’automobile mentre ero a piedi. L’incidente mi ha costretto a stare ferma per sei mesi. È nato allora, tra una seduta di fisioterapia e l’altra, il desiderio di fare qualcosa per gli altri, pensando innanzitutto ai bambini bisognosi», risponde. Da quel momento, è stato un crescendo di iniziative che tuttora procedono. Del resto, spiega di essere cresciuta in una famiglia allargata, coccolata da nonni e zii: «Qui siamo sempre stati abituati a coltivare le relazioni. Per questo dare agli altri mi risulta naturale».
Come se il resto non bastasse a riempire le giornate, fa parte del gruppo che si occupa delle pulizie della chiesa parrocchiale e del santuario di San Colombano, poi della pesca di beneficenza; partecipa a raccolte fondi; tuta da ginnastica e scarpe da tennis, assieme a mamma Antonietta, è presenza fissa a uno dei ristori della manifestazione sportiva Corrillasi. Ha un animo green per cui, oltre a recuperare vari materiali (carta, lane, barattoli e tappi di sughero) per lavoretti creativi, ha promosso una giornata di recupero dei rifiuti con il gruppo Plastic Free.
Un sogno... Insomma, è una volontaria instancabile. «E non intendo fermarmi – ribadisce –. Elaboro sempre nuove idee per portare spensieratezza nella vita di tutti i giorni».
In tutto questo, c’è la magia del cuore. C’è il desiderio donare ricordi belli: lo stupore nel trovare il giocattolo desiderato, appena strappata la carta da regalo che lo avvolge. «La sorpresa nell’imparare piccoli gesti, come può essere impastare il pane e le lasagne o fare una marmellata in casa, da ricordare per tutta la vita e custodire nel cuore». Ricordi che profumano di biscotti appena sfornati. Infatti Michela ha un sogno: «Mi piacerebbe creare una fattoria didattica dove recuperare, attraverso varie attività manuali, le tradizioni di una volta e per le quali nella vita di oggi non c’è più tempo. Sono quelle cose semplici, quei gesti che non si dimenticano più». E che l’hanno fatta diventare la persona, generosa e attenta al prossimo, che è oggi.