Il sapere umanistico è in crisi. Quali conseguenze per l’Italia?

Il sapere umanistico è in crisi. Quali conseguenze per l’Italia?
“Allo stato di cose qui descritte si ribatte con i soliti numeri, per esempio ricordando che in Italia solo il 27% circa dei giovani dai 25 ai 34 anni ha completato gli studi superiori, di contro al 44% degli altri Paesi ad alto reddito (fonte Eurostat 2019). Ma come va letto il dato? Regalando le lauree, si potrebbe arrivare anche al 100%”. 
Questa è la nota numero 5 presente in Studi classici e scuola di massa, il contributo che Walter Lapini, docente di Letteratura greca all’ateneo di Genova, ha pubblicato nel volume Università addio. La crisi del sapere umanistico in Italia. Edito dalla Rubbettino, curato da Giovanni Belardelli, Ernesto Galli della Loggia e Loredana Perla, il testo raccoglie gli interventi di dieci professori universitari i quali, partendo dal declino delle humanities o, come le ha definite Lapini, classics, operano una critica del sistema accademico italiano. Un sistema che, come ricordato nell’introduzione da Ernesto Galli della Loggia, docente emerito di Storia contemporanea alla Normale di Pisa, “ha nell’umanesimo il suo cuore, il cuore della propria identità”. 
Dalla lettura dei contributi che, tranne per quello del citato Lapini, sono il frutto delle relazioni presentate al convegno “La crisi del sapere umanistico nell’Università italiana”, ospitato a Bari nel novembre 2023, pare di comprendere che la crisi delle discipline umanistiche abbia, in realtà, ripercussioni sull’intero complesso scolastico e formativo del nostro Paese. 
Però, poiché il complesso scolastico è uno, la prima risorsa da impiegare per risollevare le sorti accademiche sembra essere proprio la scuola media superiore, mentre la seconda è quella di comprendere le trasformazioni accademiche, con l’autonomia universitaria radicata nel sesto comma dell’art. 33 della Costituzione e con le innovazioni normative che partono dalla Carta di Bologna (la “matrigna” del 3+2) ed arrivano alla legge Gelmini, la 240/2010. Ma nel Paese dove Benedetto Croce ha influenzato gli orientamenti pedagogici della scuola italiana, indirizzatasi prevalentemente agli studi umanistici, pare una nemesi storica la rivincita delle discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics). 
L’università però, dovrebbe rappresentare l’insieme di tutte le discipline che, a partire e sulla base delle proprie specifiche competenze, riconoscano il valore di un modello formativo in cui il sapere umanistico ritrovi l’originaria importanza.

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