Don Ulisse, il prete di provincia che non predica ma dà l’esempio

August 19, 2025

| DI Redazione

Don Ulisse, il prete di provincia che non predica ma dà l’esempio
Un prete in gamba, esiliato nella più sperduta parrocchia della diocesi: Raminga. Spostato da Tretronchi, borgo immaginario della Pedemontana veneta, dov’era diventato scomodo a certi benpensanti. Il vulcanico don Ulisse, però, torna alla ribalta nel libro La Compagnia dei Giacomini, ultimo capitolo della “trilogia di Tretronchi” – agile romanzo che si può leggere anche da solo, ma conoscere i pregressi dà più gusto alla lettura – scaturito dalla penna ironica e arguta di Umberto Folena.
Il giornalista, per oltre trent’anni inviato speciale e caporedattore del quotidiano Avvenire, completa così la saga del prete di provincia. Il risultato? Non una macchietta, bensì un ritratto fresco e leggero (in senso buono!) di un uomo di Chiesa ai nostri tempi, non sempre facili, che catalizza energie positive.
Avevamo conosciuto don Ulisse in La notte in cui Carletto non cantò e poi ancora in Ritorno a Tretronchi. Ora lo ritroviamo immerso in altre avventure e affiancato da personaggi nuovi, ma sempre col suo stile inconfondibile: quello di un prete che non predica, ma dà l’esempio, tenendo la porta aperta alle persone, anche quelle apparentemente più lontane dalla fede. È l’emblema di quella fetta di mondo che, nonostante le difficoltà, non si dà per vinta: crede nel bene e nelle persone che costruiscono relazioni positive, che vedono nell’amicizia un motore capace di muovere tante cose, anche le più insperate.
Don Ulisse e le variopinte figure che compongono la Compagnia dei Giacomini – compagine che vorrebbe esibirsi nel rinato teatro del paese, portando in scena il Canto di Natale – sono l’opposto dei distruttori di legami, avidi e narcisisti, che non perdono occasione per seminare zizzania.
A pensarci bene, è una storia che va avanti da millenni... Folena la “condisce” con una trama articolata, impedimenti e colpi di scena, invidie e amori, tragedie sfiorate ed episodi esilaranti: insomma, con tanti ingredienti che, mescolati con sapienza, tengono incollato il lettore fino all’ultima pagina.
Oltre al divertimento, c’è spazio per la riflessione su temi importanti, ma senza moralismi o predicozzi. Anche questo, come i precedenti, si conferma un romanzo popolare: con una coralità di personaggi (ben 70!) alla portata di tutti, sia di chi legge molto sia di chi si limita a un paio di romanzi all’anno. È, al contempo, anche una fotografia molto precisa di noi veneti: brava gente, con qualche difettuccio che Folena (che è mezzo veronese per parte di madre e dopo la pensione è venuto ad abitare in un borgo della Pedemontana) sottolinea con garbo. Insomma, a Raminga e dintorni non ci si annoia...

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