Dante, accompagnato da Virgilio, dopo l’incontro con gli ignavi, si trova nel primo cerchio dell’Inferno, definito il Limbo. In se stesso il termine evoca un lembo di Paradiso, ma non è Paradiso completo. Soprattutto grazie alla teologia e al magistero della Chiesa, oggi riteniamo il Limbo frutto di una tradizione ancestrale; in realtà non esistente. L’idea del Limbo era nata, infatti, come luogo riservato a coloro che, pur avendo agito bene, non erano stati battezzati. In realtà, Dio, nel suo mistero imperscrutabile, salva tutti coloro che praticano la giustizia e la carità, senza mai rifiutare la fede se l’hanno sentita annunciare. Il testo del Vangelo di Marco, in effetti afferma: “Chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 16). Solo un rifiuto esplicito della fede e l’agire iniquamente causa la dannazione eterna.Dante, dunque, giunto nel Limbo, intravvede un gruppo di persone in un luogo a loro riservato. Curioso come era, pone la domanda a Virgilio: chi sono costoro? Virgilio gli indica Omero, il poeta sovrano, Orazio, Ovidio e Lucano. Da notare che in tutto il poema Dante appare come uno insaziabile di conoscenze; come l’icona dell’uomo dalle infinite domande di chiarificazione. Dante rimane, per così dire, estasiato quando i quattro poeti salutano Virgilio, qualificandolo come “l’altissimo poeta”. E quale sorpresa per Dante nel sentirsi accolto con onore dai cinque poeti: “Fui sesto tra cotanto senno”. Con quella compagnia, Dante potrà ammirare su un verde prato i grandi spiriti del passato, assai numerosi, tra i quali Elettra, Ettore, Enea, Cesare, Cicerone, Seneca…Alcuni versi: “Intanto voce fu per me udita: / ‘Onorate l’altissimo poeta;... / e più d’onore ancora assai mi fenno, / ch’e’sì mi fecer della loro schiera, / sì ch’io fui sesto tra cotanto senno”. Dante ha definito Virgilio l’altissimo poeta e ha collocato se stesso come sesto. A fatti compiuti, avendo in mano la Divina Commedia, è difficile non riconoscere proprio in Dante l’altissimo poeta, anzi, il sommo poeta mondiale.
† Giuseppe ZentiVescovo emerito di Verona