Affidare a James Gunn sceneggiatura e regia di un film su Superman non poteva che portare alla umanizzazione del Kryptoniano… e bisogna dirlo: ci voleva!
Il lungometraggio non ha l’intento di rifondare la saga, né tantomeno di raccontare le origini: Superman (David Corenswet) e Luthor (Nicholas Hoult) sono già in conflitto, il primo non è il solo metaumano sulla terra. Come in ogni film del genere, serpeggia uno spettro: che rapporto si può stabilire con queste persone dotate di poteri sovraumani? Lasciarle libere? Controllarle? Munirsi di strumenti in grado di eliminarle al bisogno? Il grande problema di come gestire il diverso. Si aggiunge, in questo episodio, anche un possibile conflitto causato dalla volontà della Boravia di invadere il Jathanpur.
La trama è molto semplice: il supereroe sventa la guerra tra le due nazioni (rischiando un incidente diplomatico internazionale). Luthor sfrutta questo evento per mettere in cattiva luce l’Uomo d’Acciaio e per mostrare al governo americano che sarebbe in grado di tenerlo sotto controllo. Non può mancare, naturalmente, Lois Lane (Rachel Brosnahan).
Nel racconto fanno la loro comparsa diversi personaggi dei fumetti: Lanterna Verde, Mr. Terrific, Hawkgirl, Metamorpho, ma lo stile estetico è completamente diverso da quello di Snyder, l’ultimo che aveva portato sul grande schermo il celebre alieno che porta le mutande sopra i pantaloni.
Fatta eccezione per questi elementi del racconto, per il resto la sceneggiatura è stata scritta con un po’ troppa ambizione nei sottintesi: dalla critica ai guerrafondai passando per il potere manipolativo dei media, dalle relazioni amorose problematiche a quelle genitori-figli più o meno sane. I fan del genere vi possono trovare qualche omaggio ai classici senza escludere alcune novità: insomma, davvero molto (forse troppo) ricco.
Ciò non toglie che le interpretazioni funzionano: Lois davvero splendida sia da giornalista che da fidanzata di Clark, quest’ultimo professionale ma anche un po’ impacciato sia sul lavoro come anche nei panni di Superman. Luthor forse l’anello più debole della catena dei protagonisti: maniaco calcolatore (sia nella campagna mediatica che nei combattimenti contro il Kryptoniano… che però gestisce come le mosse di un videogioco), sembra disposto a tutto per raggiungere i suoi obiettivi, ma a volte non è proprio così convinto.
Le inquadrature che non indugiano eccessivamente (e in campi troppo larghi) salvano la qualità del film: l’abbondante uso di computer grafica in queste produzioni, se non gestito con accortezza rischia di sminuire il risultato finale. Insomma, complessivamente ben fatto, ma non troppo capace di emozionare.