Perseverare è diabolico: un nuovo atto per il rito finale di The Conjuring

October 6, 2025

| DI Francesco Marini

Perseverare è diabolico: un nuovo atto per il rito finale di The Conjuring
Con The Conjuring – Il rito finale si dovrebbe chiudere (il condizionale resta d’obbligo) un percorso cinematografico iniziato nel 2013 e incentrato sulle indagini paranormali dei coniugi Ed e Lorraine Warren, interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga. Alla regia Michael Chaves, già direttore di The Conjuring – Per ordine del diavolo (2021), chiamato a congedare i protagonisti e, al tempo stesso, salutare un universo narrativo che ha portato in sala dieci pellicole.
Il film si colloca pienamente nel solco dell’horror a tema esorcistico, rispettandone i codici visivi e narrativi, ma si concede una certa libertà rispetto alle vicende storiche cui si dice ispirato. Protagoniste sono due famiglie: i Warren, che dopo la nascita della figlia Judy (Mia Tomlinson) hanno smesso di confrontarsi direttamente con le forze oscure, preferendo conferenze e incontri pubblici; e gli Smurl, costretti ad affrontare la possessione di uno specchio che diventa il tramite di un demone deciso a regolare i conti con Ed e Lorraine. È proprio l’incontro-scontro fra queste due linee narrative a preparare lo spettatore a quello che il titolo stesso anticipa: l’ultimo rito.
Uno degli aspetti più interessanti è la scelta di rallentare il ritmo per lasciare spazio all’evoluzione dei personaggi, in particolare Judy e il fidanzato Tony, quasi gli eredi spirituali dei Warren. Questa attenzione ai rapporti umani e al passaggio generazionale conferisce alla pellicola una dimensione intima. Tuttavia, proprio questa impostazione rischia di scontentare chi si aspettava un finale spettacolare ed epico.
A livello stilistico, Chaves mette in campo tutti gli strumenti tipici dell’horror: ambientazioni cupe, corridoi oscuri, stanze improvvisamente silenziose e, naturalmente, i consueti jumpscare. Dopo nove film, però, questi espedienti risultano prevedibili e finiscono per perdere gran parte della loro efficacia. 
Ciò che resta più impresso è il tono di commiato che pervade l’intera pellicola: una malinconia che farà leva sulla memoria degli spettatori affezionati alla saga: un addio carico di nostalgia e consapevole di chiudere un ciclo importante. Questo può essere pregio e limite: pregio perché offre un saluto coerente, limite perché manca di originalità.
The Conjuring – Il rito finale è un’opera che oscilla tra riuscita e debolezza. È godibile, ben confezionata, a tratti capace di emozionare, ma mai del tutto convincente. Un epilogo che lascia lo spettatore diviso: soddisfatto di aver accompagnato i Warren fino all’ultimo rito, ma con la sensazione che questa chiusura avrebbe potuto osare di più.

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