Dal 28 al 30 novembre Castel Gandolfo è diventata un luogo di incontro globale per Restarting the Economy, il nuovo appuntamento internazionale di The Economy of Francesco. Circa 600 persone, dai 16 ai 70 anni, provenienti da oltre sessanta Paesi, si sono ritrovate per vivere quello che molti hanno definito un vero e proprio “Giubileo dell’economia”: un tempo di liberazione, restituzione e rigenerazione, capace di interrogare in profondità il nostro modo di produrre, consumare e abitare il mondo. Nel messaggio inviato ai partecipanti, Papa Leone XIV ha ricordato come The Economy of Francesco sia «l’espressione felice di un cammino che feconda il pensiero e l’iniziativa economica col seme del Vangelo», sottolineando il valore di una rete di giovani che rappresenta un “no alla rassegnazione” e un impegno concreto per il bene comune. “Restarting the Economy”, ha scritto il Pontefice, non significa solo far ripartire una macchina produttiva, ma restituire vita alle persone, alle comunità e alla casa comune, anche quando questo implica cambiare direzione ed esplorare nuove strade.
Alcune testimonianze dei partecipanti
Stefania Tessari: «Ho vissuto tre giorni che hanno ridato profondità alla parola “economia”. The Economy of Francesco non è solo un evento, ma un movimento globale che riunisce giovani economisti, imprenditori e innovatori per immaginare un’economia centrata su giustizia, sostenibilità e dignità umana. La ricchezza è nata dall’incontro tra competenze diverse - ricercatori, imprenditori sociali, attivisti, studenti di filosofia - e culture ed esperienze di vita di ogni parte del mondo. Ho visto prendere forma un’idea che sento mia: i numeri hanno senso solo se messi al servizio delle persone. Dopo aver incontrato Papa Francesco e aver stretto la sua mano, lo scorso anno, a Verona, ritrovarmi qui ha aggiunto un senso di continuità e responsabilità. Ho partecipato per presentare “Competenze in Dialogo”, il progetto che è stato selezionato per una Poster Presentation, che sto sviluppando con Camilla Ferrarese e l’Associazione EdRes, rivolto a persone migranti in cerca di lavoro, sul territorio veronese, attraverso corsi di lingua, tirocini lavorativi e percorsi di empowerment. Abbiamo scelto di portarlo qui perché Economy of Francesco è il luogo dove queste idee trovano senso: un’economia che mette al centro le persone e crea opportunità che generano dignità. Torno a casa con una certezza: il cambiamento è possibile, perché è già iniziato».
Alessandra Fasol: «Partecipare a Restart the Economy ha avuto per me un significato che va oltre i contenuti. Faccio parte di EoF dal 2019 e ogni incontro rafforza una consapevolezza: la cosa più preziosa di questo percorso sono le relazioni. Ho amici che vivono dall’altra parte del mondo e rivederli di persona, dopo anni di lavoro condiviso è una delle emozioni più grandi che si possano provare. Incontrarsi con i referenti degli altri hub internazionali, vedere i volti di chi ogni giorno lavora sugli stessi temi in contesti lontanissimi, rende evidente come sia possibile operare insieme pur partendo da realtà diverse. Condividere la quotidianità e le riflessioni sulla situazione politica e sociale dei rispettivi Paesi fa emergere un legame profondo, nato da quella chiamata di Papa Francesco che, come lui stesso ha ricordato, “ci ha semplicemente messo insieme” facendoci sentire parte di una comunità mondiale di giovani con la stessa vocazione. Durante una delle interviste per i social di EoF un ragazzo di 16 anni mi ha detto: “Qui nessuno ti tratta in base all’età, ma per la persona che sei”. È forse questa la sintesi più bella di ciò che questo percorso rappresenta».
Carlo Scarbolo: «Al ritorno da Restart di Economy, sono tornato toccando con mano un pezzo di futuro concreto, costruito da una comunità che crede in un’economia capace di generare contemporaneamente felicità e sostenibilità economica. Ho partecipato in qualità di referente territoriale triveneto di AIPEC (Associazione imprenditori per un’economia civile e di comunione), un ruolo che mi ha permesso di vivere l’esperienza come parte attiva di un dialogo intergenerazionale e globale. Proprio la facilità delle relazioni è stata una delle cose che mi ha colpito di più: giovani imprenditori, economisti, attivisti, accademici e semplici cittadini si sono incontrati, confrontati e arricchiti a vicenda. C’è stata una continuità ideale con lo spirito dell’Arena di Pace 2024: quella stessa voglia di costruire un mondo dove la pace non sia solo assenza di guerra, ma presenza di equità, rispetto e opportunità. Quello che mi porto a casa, oltre ai contatti e alle idee, è la motivazione e una rete di contatti per promuovere un nuovo paradigma economico che ci faccia superare gli squilibri generati da una finanza estrattiva che concentra enormi ricchezze nelle mani di pochi».
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