Una giornata particolare
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Simon Bolivar, che cambiò il volto del Sud America

Il 24 luglio in diversi Paesi del Sud America si celebra il Giorno di Bolivar, con particolare rilevanza in Venezuela, dove viene chiamato Aniversario del nacimiento del Libertador e in Ecuador, dove le sue gesta sono ricordate come Primer grito de independencia (primo grido dell’indipendenza)...

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Il 24 luglio in diversi Paesi del Sud America si celebra il Giorno di Bolivar, con particolare rilevanza in Venezuela, dove viene chiamato Aniversario del nacimiento del Libertador e in Ecuador, dove le sue gesta sono ricordate come Primer grito de independencia (primo grido dell’indipendenza). Nato a Caracas nel 1783, appunto il 24 luglio, il suo nome completo è Simón José Antonio de la Santísima Trinidad Bolívar y Palacios de Aguirre, Ponte-Andrade y Blanco; in essi gli esperti riconoscono una doppia discendenza aristocratica basca, una storia familiare nelle Americhe che partirebbe nel 1559, antenati impegnati in politica e società (ad uno andrebbe riferita la nascita dell’Università di Caracas, sorta come Seminario), e pure del sangue italiano, dal genovese Cristoforo da Ponte, grande possidente a Tenerife negli anni d’oro della Repubblica marinara (XIV secolo). Giovanissimo, dovette fare i conti con la morte di entrambi i genitori per tubercolosi: il papà nel 1786 e la mamma nel 1792. Nel 1799 si trasferì in Spagna per completare gli studi e incontrò María Teresa Rodríguez del Toro y Alaysa che sposò nel 1802. L’anno successivo, rientrati per breve tempo in Venezuela, la donna prese la febbre gialla che la portò alla morte. Il trauma lo portò a giurare di non risposarsi e lo indirizzò in modo molto diverso, tanto da dire più avanti: «Se non fossi rimasto vedovo, forse la mia vita sarebbe stata un’altra; non sarei il generale Bolivar, né il Libertador». Tornato in Europa, si mise in contatto con diversi pensatori, entrò nella massoneria e divenne amico di Napoleone Bonaparte, accusandolo successivamente di tradimento degli ideali di libertà. Giunto a Roma nel 1805, si recò al Montesacro, luogo che ricorda il movimento degli antichi plebei che riuscirono a ottenere rappresentanza: qui giurò di liberare i popoli oppressi e in ricordo di questo la piazza gli è stata intitolata. Tornato in Venezuela nel 1807, trovò un clima di agitazione e partecipò in maniera differente ai diversi tentativi di ottenere l’indipendenza dalla Spagna, segnati anche da accordi segreti e vari tradimenti. Ammiratore degli ideali della rivoluzione americana e dei suoi protagonisti, era però un anti-schiavista convinto e non credeva in un sistema politico federale, confidando maggiormente nella predominanza dello Stato centrale, soprattutto in un contesto sudamericano che lui considerava ancora selvaggio. Ideologo della Grande Colombia, abile in combattimento e in politica, mise insieme grandi successi e feroci critiche, anche per i suoi metodi duri. Morì il 4 maggio 1830, isolato politicamente e sconfitto nelle sue idee di unità. Anche dopo la sua morte, l’opinione su di lui è molto divisa, tra denunce di una parte e fama da un’altra, per cui risulta essere protagonista nella toponomastica di mezzo mondo, di canzoni, film e opere teatrali. Tutti d’accordo però quando si tratta di affermare che i sigari cubani che portano il suo nome sono tra i migliori a livello internazionale.

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