Contro le grandi opere considerate “inutili” (a cominciare dalla Tav)
Associazioni chiedono più attenzione verso le comunità coinvolte
L’8 dicembre è la solennità in cui si celebra una delle grandi opere di Dio nella Storia e, al tempo stesso, la giornata contro le grandi opere inutili e imposte. Se il primo aspetto è legato al dogma dell’Immacolata Concezione proclamato da papa Pio IX nel 1854, l’altro affonda le sue radici nella cosiddetta Carta di Hendaye, firmata il 23 gennaio 2010. In questa cittadina francese appartenente al dipartimento dei Pirenei atlantici, dove nel 1940 Adolf Hitler volle incontrare il dittatore Franco per convincerlo a entrare al suo fianco in guerra, a 70 anni di distanza si ritrovarono diverse associazioni e movimenti di Francia, Spagna, Italia. Nella loro diversità, erano riunite dalla battaglia comune contro la costruzione di nuove linee ferroviarie Tav (treno ad alta velocità) e di linee merci rapide ad alta capacità. Intuendo che questo creava gli stessi problemi in quella cittadina e dappertutto, vollero che l’opposizione superasse il quadro locale per diventare europea. Nella Carta denunciavano questi progetti per più motivi, tra i quali la certezza di un disastro per i territori attraversati (da un punto di vista ecologico, socio-economico e umano), la non evidenza dei benefici, una logica decisionale che tende sempre più ad escludere i cittadini, l’insistenza su un modello di capitalismo globale che mostra crepe evidenti. L’alternativa a queste “grandi opere inutili e imposte” è per loro un radicale cambiamento del modello di sviluppo, a partire da due direzioni ben precise: da una parte assumere costantemente un processo decisionale che veda come ultima istanza le popolazioni direttamente interessate, e dall’altra l’impostare un modello economico e sociale che preferisca la prossimità alla globalizzazione, che richiederebbe quindi meno trasporti e solo l’ottimizzazione delle linee già esistenti. Oltre alla firma della Carta, nell’incontro di Hendaye si decisero la nascita del “Presidio europa No Tav” (da non confondere con altri movimenti legati unicamente alla Val di Susa) e la proclamazione della Giornata, che ha avuto il suo primo evento ufficiale l’11 dicembre 2010 ad Avigliana (To). Ogni anno, quindi, le diverse associazioni e movimenti ad esso legati, evidenziano le minacce portate da queste opere alla democrazia, alla socialità e all’ambiente; da alcune edizioni prende il nome completo di “Giornata internazionale contro le grandi opere inutili e imposte e per la difesa del pianeta” ed è fissata per l’8 dicembre. Titolo e principi possono essere condivisi da tutti, anche se poi molti fanno notare come in alcune situazioni ci sia la necessità di compiere grandi opere (che spesso portano con sé forti benefici per la popolazione locale, per la natura e contro l’inquinamento) e che la decisione sia presa dall’alto, salvo non lasciare tutto bloccato troppo a lungo. Che poi, si dovrebbe essere insieme a lottare per portare a compimento le grandi opere già iniziate, sia quelle progettate dall’uomo sia quelle che Dio vorrebbe realizzare con l’umanità.
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