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Vicende verosimili ma prive di pathos

Ci vediamo in tribunale è molte volte l’espressione di sfida che giunge all’apice di un litigio o di un contenzioso fra parti in lotta, ma è anche il titolo di un nuovo appuntamento quotidiano nel pomeriggio di Rai 2...

Parole chiave: Ci vediamo in tribunale (1), Spiato in Tv (180), Giuseppe Begnigni (48)
Vicende verosimili ma prive di pathos

Ci vediamo in tribunale è molte volte l’espressione di sfida che giunge all’apice di un litigio o di un contenzioso fra parti in lotta, ma è anche il titolo di un nuovo appuntamento quotidiano nel pomeriggio di Rai 2. In concorrenza con l’ormai trentennale Forum in onda il mattino e nel dopo pranzo sulle reti Mediaset, e dopo la chiusura di Verdetto finale, le vertenze legali fra cittadini hanno un nuovo programma dove trovare casa. Dal talk-show in uno studio televisivo sistemato a guisa di luogo dove si amministra la giustizia in nome del popolo, ora si raccontano le tante occasioni di lite con addirittura la realizzazione di un docu-film che ricostruisce l’accaduto. Le piccole grandi beghe diventano, perciò, storie, che dopo essere state rimaneggiate perché si adattino ai ritmi del piccolo schermo, si prestano a incuriosire il telespettatore perché simili ai fatti della sua vita quotidiana.
Per capire al meglio le implicanze legali contenute in queste vicende, l’avvocato Simone Buffardi (nella foto) interviene, forte dell’esperienza maturata nella sua carriera, per svelare al meglio gli snodi più difficili del contenzioso. Dall’ampia varietà dei temi affrontati si ricostruisce non tanto la maniera con cui è elargita la giustizia, quanto piuttosto il mutare del costume sociale nella nostra nazione. Piatto forte della trasmissione, infatti, sono i contenziosi tra persone dello stesso nucleo familiare. A differenza degli altri programmi concorrenti, non essendoci il pubblico che possa esprimere il suo parere, ci si rimette, per dirimere in modo equo la questione, a quanto già decretato in modo definitivo dal giudice. La trasmissione, infatti, termina con uno stringato commento a quanto già stabilito dalla magistratura competente per il caso.
Le storie sono altamente verosimili, ma mancano di pathos. La trasmissione assomiglia più a un video tutorial per aspiranti principi del foro che non a un prodotto per un pubblico più ampio di non addetti ai lavori. L’Auditel, infatti, le assegna un misero share del 3-4% di telespettatori fissi. Per capire al meglio quanto avviene effettivamente nei nostri tribunali non basta una ripresentazione sceneggiata delle vicende contestate e del percorso con cui è stata condotta la causa civile o penale. La messa in onda, opportunamente selezionata e adattata di quanto succede realisticamente nei palazzi della giustizia, potrebbe far desistere gli italiani dal voler vedersi effettivamente in tribunale.

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