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Giù la Cdu su la Spd: la Germania cerca nuovi equilibri

È stato un voto, quello tedesco, che ha sostanzialmente rispettato le previsioni della vigilia: forte flessione della Cdu-Csu; crescita dei socialdemocratici della Spd che diventa il primo partito tedesco; una buona affermazione dei Verdi che però sono in calo rispetto a pochi mesi fa, e dei liberali; la semi-scomparsa dell’estrema sinistra e la stasi di un’estrema destra che però è maggioranza in due Land dell’ex Germania Est

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Giù la Cdu su la Spd: la Germania cerca nuovi equilibri

È stato un voto, quello tedesco, che ha sostanzialmente rispettato le previsioni della vigilia: forte flessione della Cdu-Csu; crescita dei socialdemocratici della Spd che diventa il primo partito tedesco; una buona affermazione dei Verdi che però sono in calo rispetto a pochi mesi fa, e dei liberali; la semi-scomparsa dell’estrema sinistra e la stasi di un’estrema destra che però è maggioranza in due Land dell’ex Germania Est.
Quindi nessun exploit improvviso, nessuna vera sorpresa. Il sistema elettorale tedesco è proporzionale, quindi le alleanze e i governi si fanno dopo il voto e dopo lunghe consultazioni. In ballo c’è di tutto: un’alleanza tra Spd, Verdi e liberali (molte eterogenea, in verità); una cosa molto sinistra con Spd, Verdi e Linke, che manderebbe la Germania in direzione opposta rispetto agli ultimi vent’anni. Infine una riedizione della Grosse koalition tra democristiani e socialdemocratici, alleanza che ha guidato il Paese in questi ultimi anni, che però rimane l’ultima spiaggia perché – per quanto omogenea e “logica” – sono le due parti che normalmente si contendono le elezioni. Ed allearsi subito dopo non va bene: prima si sperimenta ogni possibile alchimia; se non funziona (ora o tra qualche tempo), si riprende la carta della grande coalizione Cdu-Spd.
La Cdu non perde voti alla sua destra, decretando così il definitivo tramonto di quelle forze populiste ed estremiste che sono ora in difficoltà in tutta Europa, salvo l’Italia. Perde consensi a favore dei liberali e soprattutto perché il suo candidato premier era attraente come un wurstel di pollo. Non tutti nascono Merkel, non tutti riescono a diventarlo.
Non che il leader dei socialdemocratici sia più frizzante: Olaf Scholz (nella foto) sta nel solco dei politici tedeschi, noia e competenza. Era il vice della Merkel e soprattutto gestiva le Finanze. Ha fatto un buon lavoro, ha un profilo estremamente moderato e a questo punto il tedesco medio s’è detto: ok, perché non lui?
Toccherà ora a Scholz affrontare le lunghe trattative politiche per diventare cancelliere, s’è dato tempo fino a Natale. La coalizione più probabile, meno difficile, è con Verdi e liberali. Anche se questi due partiti hanno visioni differenti soprattutto in economia, e l’elettore tedesco è assai sensibile a questo tema.
I Verdi erano esplosi alle ultime elezioni europee; le solite divisioni interne emerse nel momento di forma migliore ne hanno minato l’attrattività verso i ceti medi. Conquistano il voto dei giovani, ma queste elezioni sono state una battuta d’arresto. I liberali sono in crescita, l’ultima volta hanno rinunciato ad entrare in maggioranza; questa volta no.
L’estrema sinistra è stata assorbita dalla crescita della Spd, ha ormai percentuali “italiane”; l’Afd – che raccoglie voti di una destra così estrema da costeggiare il nazismo – si conferma forza ormai presente nel Bundestag, ma i voti li guadagna solo nei Land più poveri della Germania orientale. Non appare più né uno spauracchio né un possibile attrattore di consensi verso il voto moderato.
A noi italiani le elezioni tedesche interessano assai, soprattutto qui a Nordest. La Germania è il principale acquirente delle nostre merci; una bella fetta di imprese lavora con quelle tedesche, basti pensare alla componentistica meccanica. Se tira la locomotiva tedesca, anche i nostri vagoni vanno via spediti.
Un grazie infine ad Angela Merkel, che esce di scena. Dovremmo noi italiani convincerla a venire qui, le faremmo ponti d’oro: alcuni anni di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica e di Angela Merkel alla presidenza del Consiglio, e la locomotiva d’Europa diventa l’Italia. Angela, il clima è buono, il cibo ottimo: ci pensi su e...

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