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Uno sguardo su Verona nell'Ottocento

Leopoldo Stegagnini
I miei tempi. Uno sguardo
sull’Ottocento veronese
a cura di Mario Gecchele
Casa Editrice Mazziana - Verona 2018
pp. 300 - euro 22

Uno sguardo su Verona nell'Ottocento

Un racconto appassionato della Verona dell’Ottocento vissuta in prima persona. A metà tra un’autobiografia e un diario, I miei tempi. Uno sguardo sull’Ottocento veronese è un documento di enorme interesse per ricostruire un periodo storico vivace e denso di avvenimenti che hanno modificato la città scaligera fino a determinarne la sua forma attuale. La recente edizione – curata da Mario Gecchele per la Casa editrice Mazziana – del manoscritto composto da Leopoldo Stegagnini tra il 1887 e il 1891, ha reso facilmente fruibile al grande pubblico un testo rimasto sino ad ora appannaggio di storici e addetti ai lavori. I commenti e l’apparato critico abbondanti rendono infatti il documento comprensibile a qualunque lettore.
Prete e insegnante, Stegagnini descrive nel suo memoriale uno spaccato di vita veronese a cavallo tra dominazione austriaca e Regno d’Italia; trovano spazio i fermenti risorgimentali e le enormi aspettative anche dell’autore – pur manifestate con cautela nel corso della sua vita – verso uno Stato nazionale che finisce col disilludere molti dei più ardenti patrioti per le sue posizioni anticlericali, autoritarie e repressive, che trovano il loro apice nella processione del Corpus Domini del 20 giugno 1867 finita nel sangue. Ma il testo è ben lontano dalla cronaca storiografica dei fatti e restituisce piuttosto una visione soggettiva, parziale, ricca di giudizi personali ed emotivi degli avvenimenti vissuti in prima persona. La narrazione parte però dalla testimonianza indiretta, raccolta dal padre e dal nonno paterno, della presenza a Verona della Serenissima e del successivo periodo napoleonico, prima dell’avvento dell’Impero asburgico. Non mancano aneddoti ed episodi privati che si mescolano alla vita pubblica della città: dalla costruzione della cinta muraria, con casi di corruzione tra carpentieri e ufficiali dell’esercito – che mettono in luce come certi malcostumi non siano, come spesso si crede, una prerogativa solo italiana –, alle guerre d’indipendenza, alla visita dell’imperatore Ferdinando, alle epidemie di vaiolo e colera degli anni Trenta.
Componente essenziale dell’opera è la minuziosa descrizione del sistema scolastico ottocentesco che, pagina dopo pagina, prende forma. Nel racconto della propria carriera di insegnante, Stegagnini inserisce di volta in volta dettagli sull’articolazione del sistema educativo. Partendo dal Seminario, passando poi al Ginnasio-Liceo pubblico, con i trasferimenti a Venezia e Rovigo, senza trascurare l’insegnamento privato dei rampolli delle famiglie benestanti, quello che ne emerge è un quadro completo dell’istruzione che comprende suddivisioni delle classi, discipline insegnate, metodi educativi, finanche informazioni sulla retribuzione dei professori.

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