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Il racconto di una battaglia vinta

Elena Santarelli
Una mamma lo sa
Piemme, Milano 2019
Pagg. 178 - 16,90 euro

Parole chiave: Elena Santarelli (1), Una mamma lo sa (1), Libro (62)
Il racconto di una battaglia vinta

Una luce in fondo a un tunnel colmo di dolore e di pianto. Quello di una madre al cui figlio di 8 anni e mezzo viene diagnosticato un tumore al cervello. Un dramma lungo un anno e mezzo: dalla fine di novembre 2017 fino al 10 maggio scorso, quando i medici comunicano che Giacomo è guarito o, meglio, è in follow-up, cioè ha finito le terapie e proseguirà solo con i controlli periodici.
È un libro appassionante nella sua drammaticità, che si legge tutto d’un fiato quello in cui Elena Santarelli, attrice e showgirl ma qui soprattutto mamma e moglie, racconta della malattia del figlio, scoperta in seguito ad un mal di testa che non se ne voleva andare. Un male che è stato debellato grazie all’opera di medici competenti e capaci di mille attenzioni sotto tutti i punti di vista, in primis nel rapporto con i piccoli pazienti e i loro familiari. Tutti i proventi del libro saranno devoluti all’associazione Heal, una realtà non profit che sostiene il lavoro di quanti operano nella cura e nella ricerca della neuroncologia pediatrica presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma, diretta dalla dott. Angela Mastronuzzi.
Il libro è una sorta di diario che prende le mosse dalla risonanza magnetica alla quale Giacomo viene sottoposto e passando per l’operazione, la chemioterapia, la perdita dei capelli (l’aspetto più doloroso per il bambino), le dovute limitazioni (un anno intero senza poter prendere il sole), giunge fino alla notizia tanto attesa dell’ultimo esame. Si coglie l’attenzione della madre, con il supporto di valide psicologhe, nel cercare e trovare le parole giuste per spiegare al figlio dapprima che avrebbe dovuto recarsi in ospedale per dei controlli e, sei giorni dopo, essere operato; il suo desiderio di protezione nei confronti del bambino, ancor più motivato dal fatto di essere una donna di spettacolo e il marito, l’ex calciatore Bernardo Corradi (con importanti trascorsi a Verona, sponda Chievo), commentatore sportivo; l’impegno a creare per quanto possibile una condizione di normalità in una struttura ospedaliera destinata a diventare una sorta di seconda casa. Il tutto cercando di non manifestare a Giacomo il proprio dolore e la profonda preoccupazione. Non mancano le domande del piccolo: «Mamma, io posso morire con questa operazione?». Come pure l’interrogativo rivolto al sacerdote: «Mamma mi ha detto che Gesù e Dio sono qui con noi, allora mi spieghi perché ho il tumore e perché i miei amici stanno giocando a pallone mentre io sono qui a fare la chemio?». E la risposta di don Luigi dovette risultare convincente. Emerge anche la grande capacità di Giacomo a cogliere la paura che mamma Elena cercava di celare ma che egli intuì, poco prima dell’operazione, nel tremore delle labbra e nelle mani sudate; fino alla frase che le scrisse qualche mese dopo: “Mamma, grazie perché tu non hai mai perso la speranza”.

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