Il Fatto di Bruno Fasani
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Quei falsi profeti usciti da YouTube

Una conoscente mi racconta preoccupata le confidenze del figlio: mamma, ti giro un link bellissimo. L’ho scaricato da YouTube. Parla un signore, massimo esperto di ebraico biblico. Dice che nella Bibbia di Dio non si parla, non si conoscono gli autori e tutto è un discorso politico strumentalizzato dai preti...

Parole chiave: Mons. Bruno Fasani (19), Il Fatto (417)

Una conoscente mi racconta preoccupata le confidenze del figlio: mamma, ti giro un link bellissimo. L’ho scaricato da YouTube. Parla un signore, massimo esperto di ebraico biblico. Dice che nella Bibbia di Dio non si parla, non si conoscono gli autori e tutto è un discorso politico  strumentalizzato dai preti. Il moccioso gongola. Non gli passa neppure per la mente di prendere qualche informazione per vedere se l’assunto, preso come oro colato, corrisponda al vero. Non dico attingendo da Agostino, Tommaso d’Aquino o qualche altro gigante del pensiero, ma anche solo per chiedersi se tutti coloro che dicono di credere siano dei deficienti a corto di razionalità. Forse era quello che cercava da tempo, magari solo per dare una patente di scientificità all’indifferenza religiosa in cui si trascina.
Passano poche ore e, su Whatsapp, mi scrive preoccupato il padre di due ragazzi. Stesso entusiastico apprezzamento per le verità di YouTube da parte dei due giovani, finalmente emancipati grazie al nuovo verbo che conferma le loro tesi.
Incuriosito mi incammino sulla tastiera alla ricerca della sorgente della verità. Ed effettivamente mi imbatto in un signore che sembra essersi creato un futuro economico vendendo dubbi e sospetti sul libro sacro più diffuso al mondo.
La cosa che mi colpisce è vedere il numero di follower che lo seguono. Tre, quattrocentomila per ogni link. Penso sconsolato alle chiese vuote e alla fatica di un genitore credente a far passare la Buona Notizia nel cuore dei propri eredi. Soprattutto penso al disagio di un numero sempre maggiore di genitori confusi che non sanno cosa rispondere ai dubbi dei figli, vedendoli progressivamente colonizzati dall’ateismo digitale. Strategie furbescamente consumate e portate avanti col supporto di personaggi pubblici, tanto cari ai ragazzi, più carismatici nel fare gli influencer che a prodursi nell’arte del bel canto.
Provo un certo imbarazzo nel pensare a quanti falsi profeti siano in circolazione, anche se le Scritture ci raccontano che nessun tempo è mai stato esente da questo virus. Basterebbe ascoltare i Vangeli o le lettere di Paolo, senza scomodare il destino difficile dei profeti, per rendersene conto. Di nuovo c’è, se mai, che sono cambiati i pulpiti da cui si semina la menzogna. Pulpiti senza contraddittorio e gestiti con l’arte seducente di comunicatori scafati.
Mi chiedo se proprio dobbiamo rassegnarci a giocare in perdita, come giocatori di carte sconfitti in partenza. La risposta è ovviamente: no. Ma ad alcune condizioni. La prima è quella di cristiani capaci di portare ragioni per dare ragione della propria fede. E questo richiede preparazione. A livello personale, ma anche nei nostri incontri in ambito parrocchiale.
Spesso la genericità o il buonismo obbligatorio della sociologia finiscono per farci galleggiare su una superficialità che non approda al cuore della verità. Ho tra le mani un libricino di straordinaria chiarezza. Che cosa è il Canone Biblico, scritto dal docente biblico Pasquale Basta. Basterebbe da solo a dare risposta ai dubbi seminati in radio e su YouTube dal cantante Fedez e dal suo ospite anti Dio.  
Sempre pronti a mettere in gioco la Chiesa in un cammino di conversione, perché torni ad essere un faro di fascino e di credibilità.

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