Il Fatto di Bruno Fasani
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La buona salute del Papa colpito da tante cattiverie

Adesso che il Sinodo sulla famiglia s’è concluso, anche la notizia di una presunta malattia del Papa scolora velocemente nel calderone dei pettegolezzi. Eppure, la scorsa settimana il botto era stato micidiale, tanto da obbligare lo stesso Francesco a intervenire per rassicurare e puntualizzare. E per fortuna che questo Papa ha coraggio da vendere e un amore per la trasparenza, che gli consente di rompere con tutte le alchimie diplomatiche cui il Vaticano ci aveva abituato nei secoli...

Parole chiave: Il Fatto di mons. Bruno Fasani (46)

Adesso che il Sinodo sulla famiglia s’è concluso, anche la notizia di una presunta malattia del Papa scolora velocemente nel calderone dei pettegolezzi. Eppure, la scorsa settimana il botto era stato micidiale, tanto da obbligare lo stesso Francesco a intervenire per rassicurare e puntualizzare. E per fortuna che questo Papa ha coraggio da vendere e un amore per la trasparenza, che gli consente di rompere con tutte le alchimie diplomatiche cui il Vaticano ci aveva abituato nei secoli. Viene in mente l’evangelico “il vostro parlare sia sì, sì, no, no”, cui Francesco sembra ispirarsi, anche a costo di deludere tutta la frangia dei barcamenisti, quelli del nì, nì, so, so! Valga su tutto il caso del sindaco Marino e la precisazione sul fatto che nessuno lo aveva invitato negli Usa, per il recente viaggio papale. «Chiaro?».
Adesso che le bocce sono ferme, vale la pena soffermarsi un attimo sull’episodio, per tirarne qualche conclusione. La prima delle quali potremmo sintetizzarla sotto il comune denominatore dell’aggettivo: cattivo. Già, perché quello che emerge è cattiva professionalità medica, cattiva informazione e cattiva comunità cristiana.
A farci una figura non granché invidiabile è prima di tutto il dottor Fukushima, per alcuni illuminato neurochirurgo giapponese, per altri astuto professionista abituato alle scorciatoie affaristiche. Almeno così verrebbe da pensare stando alla procura di Salerno, che lo sta indagando per un giro di mazzette. Dopo che il mondo aveva sbandierato la notizia di una sua visita al Papa, per indagare su un meningioma alla testa, ci ha messo alcuni giorni per dire che no, non era vero, che lui il Papa l’aveva visto solo in Piazza San Pietro, che forse, ma, può darsi che… Che probabilmente l’equivoco era nato dal fatto che lui aveva visitato uno che assomigliava al Papa, che aveva un nome simile e quindi... E quindi che? Ma un medico che non sa se ha visitato il Papa o il signor Brembilla, c’è o ci fa? Se c’è smetta di lavorare, se ci fa è un cialtrone.
Comunque Fukushima è in buona compagnia. Penso al quotidiano che ha pubblicato la notizia bomba. Cattiva informazione, cari amici. Ormai servita in tante salse. E non penso al gossip, quello che si vorrebbe mettere sulla graticola alla sagra dei moralizzatori. Penso piuttosto ad una informazione che non è a servizio dei fatti e dei cittadini, ma a gruppi, lobby, partiti… Basta una denuncia anonima redatta dalla minoranza comunale, perché il collega giornalista ne faccia un rilancio in grande stile, prestandosi a fare l’amplificatore dell’opposizione e quindi un intervento politico più che un servizio alla verità. Tanto poi ci penserà per forza la Procura. Succede anche nella Chiesa, purtroppo. Il caso Boffo rimane eloquente nella sua esemplarità. Basta un giornalista consenziente per portare avanti strategie che di evangelico non hanno neanche l’intestazione dei biglietti da visita.
Se il cardinale Kasper ha detto che la presunta malattia del Papa era un tentativo di boicottare il Sinodo forse non è andato lontano dalla verità. Ma forse ce n’è un’altra, di verità, ancora più esecrabile, ossia quella di far credere che le scelte di questo Papa siano giustificate da una malattia mentale. Affiorano spontanei passi del Vangelo. “Beati voi quando, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi”. O, ancora, affiorano le parole di Gesù quando parlando del dono innovatore dello Spirito, ci promette di farcene dono insieme a persecuzioni. Nella nostra cultura, non senza un pizzico di ipocrisia, abbiamo sempre pensato che a causare sofferenza fossero motivi di origine esogena, ossia provenienti dall’esterno. Amaramente scopriamo che non è così. Scribi e farisei contemporanei sono più che mai presenti e attivi dentro la Chiesa, pronti a far guerra nel nome di Dio, negandolo nei fatti con la loro perfidia.

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