Editoriale
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Pos e bancomat anche in chiesa?

Quante pubblicità arrivano sui nostri telefonini? Fino alla noia. Piaccia o meno, sono uno specchio della nostra società perché così “intelligenti” da combaciare precisamente con i nostri desideri, i sogni, magari nascosti e inconfessabili,

Parole chiave: Editoriale (380), Chiesa (182), Bancomat (2), Pos (12)

Quante pubblicità arrivano sui nostri telefonini? Fino alla noia. Piaccia o meno, sono uno specchio della nostra società perché così “intelligenti” da combaciare precisamente con i nostri desideri, i sogni, magari nascosti e inconfessabili, e con la storia delle nostre ricerche che dall’anima sono transitate sulla rete globale attraverso mille stratagemmi, non tutti chiari come il sole. L’ultima che mi ha colpito più di altre, viene da un gruppo bancario che mi propone il Pos con queste parole accattivanti: “Oggi il Pos è la soluzione ideale per evitare di maneggiare i contanti e per gestire al meglio i tuoi incassi in canonica, in oratorio o nella tua struttura di accoglienza! Richiedi ora il tuo Pos e gestisci in modo semplice e veloce le donazioni, con accredito diretto sul conto corrente!”. Il tutto accompagnato da una immagine che presenta in primo piano la mano di un sacerdote in camice e stola mentre porge il fatidico apparecchio con il quale facciamo esercizio di memoria del pin ogni volta che andiamo al supermercato.
Ed è proprio questo accostamento che un po’ mi inquieta: nelle nostre liturgie vedremo sparire la classica sacca agganciata al lungo manico che con maestria il sagrestano scuoteva sotto il naso anche dei più incalliti indifferenti fedeli durante la raccolta delle elemosine, per una più moderna, facile ed immediata “strisciata” con il bancomat? Dicono che da qualche parte alcuni parroci all’avanguardia siano già in possesso del prodigioso “arnese” telematico; si tratta poi di capire se le offerte siano incrementate oppure no. Ma questo è un altro discorso.
Dicevo dell’accostamento al supermercato: anche lì si diventa “fedeli” con l’utilizzo della tessera che dà diritto ad alcuni vantaggi (i più avveduti dicono che servono a tutt’altro e a favore dei commercianti). Poi ci si mette in fila ordinatamente davanti alla cassa come quando si va a fare la comunione. Certo, mancano le preghiere dei fedeli, ma in alcuni casi c’è un’apposita cassettina dove i clienti-fedeli possono depositare i propri desiderata. Come “letture” non c’è problema: è tutto scritto sotto i prodotti esposti in bella mostra sugli scaffali. Dio mio, ricordaci che la tua casa “sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti”.

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