Editoriale
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Il dialogo unica arma sempre vincente

Papa Francesco non perde mai l’occasione per lanciare appelli per la pace. Senza contrapporsi al diritto di ogni nazione di autodeterminarsi e di difendersi...

Parole chiave: Editoriale (382), Stefano Origano (141)

Papa Francesco non perde mai l’occasione per lanciare appelli per la pace. Senza contrapporsi al diritto di ogni nazione di autodeterminarsi e di difendersi, sottolinea, come nella conversazione con i giornalisti sul volo di ritorno dal viaggio apostolico in Kazakistan, che non c’è altra via percorribile se non quella del dialogo. «Io non escludo il dialogo con qualsiasi potenza, che sia in guerra, che sia l’aggressore… delle volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare, “puzza” ma si deve fare. Sempre un passo avanti, la mano tesa, sempre! Perché al contrario chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace. Delle volte non accettano il dialogo: peccato! Ma il dialogo va fatto sempre, almeno offerto, e questo fa bene a chi lo offre; fa respirare».
Queste le parole inequivocabili del Pontefice, ma cosa c’è dietro questa posizione apparentemente così semplice? C’è una storia millenaria di cultura e di civiltà occidentale all’interno della quale un capitolo fondamentale è costituito dalla dottrina cristiana e potremmo sintetizzarla con la centralità della persona, le sue caratteristiche esistenziali e trascendenti e che ha la sua ragione d’essere nella relazione con l’altro.
Oggi la dignità e la trascendenza dell’uomo, ossia le “radici cristiane” dell’Europa, sono messe a rischio da una serie di cause che stanno assumendo una drammaticità particolarmente intensa: povertà, immigrazione, mancanza di lavoro, abuso dei diritti umani, eutanasia, aborto, tecnocrazia, crisi della famiglia, questione ecologica… E queste sono le insidie interne che storicamente delineano uno scivolamento dal personalismo all’individualismo. Ma se ci togliamo gli occhiali “occidentalocentrici” e allarghiamo lo sguardo ad altre culture e tradizioni non meno antiche della nostra, ci rendiamo conto che quello che per noi è scontato non lo è altrove. Nella prospettiva antropologica dei Paesi orientali, che stanno prendendo in mano l’egemonia economica del pianeta, la persona non è al centro, non lo è mai stata. Non c’è pluralismo, l’individuo è al servizio di un’entità più grande, il liberismo sì e la democrazia no… Qui un

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