Editoriale
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Che bella sorpresa quelle sale piene...

Ad ascoltare don Fabio Rosini e il prof. Franco Nembrini – invitati dalle Pastorali diocesane per i nostri giovani negli enormi spazi purtuttavia zeppi dei salesiani in Borgo Milano – c’erano più di mille persone. Per volta...

Ad ascoltare don Fabio Rosini e il prof. Franco Nembrini – invitati dalle Pastorali diocesane per i nostri giovani negli enormi spazi purtuttavia zeppi dei salesiani in Borgo Milano – c’erano più di mille persone. Per volta. Pubblico molto sopra le aspettative pure per l’economista Stefano Zamagni, che non parla certo di gossip e che a Verona è venuto più volte. Nelle pagine interne troverete la cronaca del convegno organizzato da Adoa su “Verona-Assisi 2020”: anche qui economia e non Grande Fratello. Ma la Gran Guardia era piena fino al livello superiore, con persone in piedi. E alla recente presentazione dell’anno culturale del Toniolo la sala era zeppa.
Stiamo parlando di momenti culturali, seppur di un certo spessore; non di qualche divetto della tivù in trasferta veronese. Di eventi in cui si va non per caso, ma per precisa scelta, di sera o di sabato, magari fuori mano… Ma si potrebbero aggiungere gli affollatissimi “Martedì del mondo” di matrice comboniana; le proposte culturali prodotte dal Don Mazza; quel clamoroso caso di continuo successo di gente che è la Verona Minor Hierusalem, e altro ancora (guardate al lavoro divulgativo che sta facendo mons. Fasani alla Biblioteca Capitolare!). Proposte variegate, tutte di qualità: tutte contraddistinte da una grande partecipazione.
Tocca andare a qualche cena-raduno leghista per trovare una simile partecipazione; o comunque a eventi legati al cibo, e si sa il potere attraente che ha un risotto. Non mancano proposte di qualità pure dal mondo “laico” (si pensi agli ottimi incontri organizzati dal Banco Bpm), ma qui si vuole sottolineare da una parte la fame che ha il mondo cattolico di sapere, di informazioni, di confronti, di testimonianze; nel contempo rilevare che il gregge c’è, è numeroso, magari sparpagliato e “variegato” ma c’è. Risponde, si mobilita, partecipa. Una minoranza? Sì. Ma avercene, di altre “minoranze” che si mettano a remare contro l’abulia che ci compenetra peggio del virus influenzale.
Ecco, tale abbondanza diventa però Sahara quando ci si sposta nel campo della politica. Zero. E questo è l’anno zero per i cattolici che ne vogliano parlare, magari pure farla. Vedi Roma. A Verona ci proverà la Scuola diocesana di formazione socio-politica a rianimare il cadavere della nostra presenza. Ma occorre che quel bel gregge non volti le spalle, anzi pretenda di tornare laddove si decide, si regola, si costruisce il futuro. O il gregge si troverà a brucare belle idee, in un luogo però isolato e ininfluente.

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