Editoriale
stampa

Angelo, Alfredino Vi ricordate?

Sono passati 40 anni dalla tragedia di Vermicino, quando il piccolo Alfredino Rampi, scivolato dentro un pozzo artesiano, tenne l’Italia intera con il fiato sospeso per tre giornate

Parole chiave: Vermicino (1), Angelo Licheri (1), Alfredino Rampi (1)

Sono passati 40 anni dalla tragedia di Vermicino, quando il piccolo Alfredino Rampi, scivolato dentro un pozzo artesiano, tenne l’Italia intera con il fiato sospeso per tre giornate. C’era anche il presidente della Repubblica lì, insieme alla gente comune con il cuore in mano ad aspettare una buona notizia, che purtroppo non arrivava mai e intanto passavano le ore e le speranze si affievolivano. Tentarono diversi speleologi di calarsi nel cunicolo, ma invano. Tra i presenti si fece avanti un ometto piccolo piccolo, secco secco, ma nerboruto, esperto di calate negli antri più profondi della terra. Disse: «Ci vado io a salvarlo, legatemi bene e calatemi a testa in giù, ce la posso fare».
Sembrava un angelo mandato dal cielo a salvare i piccolo Alfredino scivolato in una sorta di girone dantesco. Sì, perché Angelo era proprio il suo nome, Angelo Licheri, originario di Sassari. Rimase per circa 45 minuti nel cuore della terra (quando dopo 25 minuti in quella posizione in genere si perdono i sensi) a stretto contatto con il bambino, gli parlò, lo rincuorò, lo toccò, lo afferrò… ma purtroppo il fango glielo fece scivolare via. Non riusciva ad afferrarlo e il bambino andava sempre più in basso. Angelo ormai stremato, stava per venire meno. Lo tirarono ormai privo di sensi, lo portavano in braccio come un bambino anche lui. Le sue parole appena si riprese fanno ancora venire le lacrime agli occhi: «Ce l’avevo, ma mi è scivolato. E io l’ho lasciato laggiù!».
Sono certo che se avesse potuto fare cambio e rimanere lui là in fondo al posto di Alfredino, l’avrebbe fatto. Ma purtroppo così è la vita: e ogni tanto si ripresenta con la medesima scena, come quando alla mamma che stava cercando di portarsi in salvo con la sua creaturina in braccio mentre era su un barcone alla deriva, proprio nel momento in cui si stava concretizzandosi il salvataggio, gli scivolò il bambino in mare e non riuscì più a riprenderlo.
Angelo non aveva nessuna responsabilità se non quella di essersi offerto a rischio della propria vita, fino allo spasimo ha speso tutte le sue energie, ma quel fatto ha segnato per sempre la sua esistenza. In questi giorni è passato anch’egli all’altra vita, siamo certi che questa volta l’abbraccio tra Alfredino e il suo Angelo non potrà più essere sciolto.

Tutti i diritti riservati
Angelo, Alfredino Vi ricordate?
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento