Un tempo nuovo per vivere e sperare
Matteo 13,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Sant’Agostino nell’XI libro delle Confessioni si pone il problema del tempo: “Cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so”. La risposta eloquente e un po’ enigmatica del santo teologo si può agganciare ad una foresta di immagini, di sentenze, di simboli e di esperienze legate al tempo e al suo fluire inarrestabile. Ogni persona fa quotidianamente l’esperienza del tempo che irreparabilmente sfugge dalle mani – lo ricordava Virgilio: “Fugit irreparabile tempus” – per non tornare più.
Ci ha pensato il Coronavirus, con la sua distruttrice forza pandemica, a costringere tantissime persone a riflettere sul tempo e sul suo inestimabile valore. Chiuse in casa per mesi, hanno potuto disporre di un tempo prolungato per meditare non solo su ciò che non risulta essenziale, ma anche sui valori che davvero contano, valori forse in passato accantonati, almeno in qualche occasione, a causa della fretta del vivere e delle mille cose da portare a termine ogni giorno. Le molte insidie e le mille problematiche legate al Covid-19 hanno costretto i più a porsi di nuovo le domande fondamentali della vita, che prima o poi attendono una cosciente risposta personale, e pure ad interrogarsi sul tempo: come lo spendo? Quanto ne dedico a ciò che è essenziale? Che cosa merita il mio tempo?
Tali riflessioni, alquanto sollecitate dalla difficile e abrasiva situazione in cui tutti siamo immersi da diversi mesi, non sono mai state sottovalutate nella proposta di annuncio della Chiesa. Anzi, gli appelli a meditare sul tempo sono sempre stati costantemente presenti, partendo dai testi biblici che affrontano i temi del tempo di Dio e del tempo dell’uomo, e dalla riflessione teologica scaturita nei duemila anni della sua storia. Le riflessioni sui tempi della vita dell’uomo e della storia – passato, presente e futuro – vengono annualmente riproposte, soprattutto ad ogni inizio dell’anno liturgico, che prevede come primo suo segmento l’Avvento, in cui le comunità cristiane sono invitate a riflettere sulle due venute di Cristo: la prima, nell’Incarnazione di Gesù; la seconda, nel suo ritorno al termine della storia. E sono sollecitate a considerare la preziosità del tempo che intercorre tra le due venute e il grande valore del tempo presente, talento di Dio depositato nel palmo delle mani di ogni persona che vive in questo mondo.
Il brano del Vangelo di Marco, che verrà proclamato nella liturgia domenicale durante tutto quest’anno, si focalizza sul senso ultimo della storia umana e dell’intera creazione. Vi si trovano due verbi che invitano a stare attenti e svegli: «Fate attenzione, vegliate». Quest’ultimo imperativo è ripetuto tre volte in poche righe. È pertanto un solenne invito a trovarsi pronti e svegli, perché solo così si può incontrare Dio nella storia dell’uomo e nella vita di ciascun credente. Nessuno di noi, anche se non conosce con precisione il tempo in cui ciò avverrà, può rimanere nell’indifferenza e nella distrazione. Né deve lasciarsi distogliere dalle apparenze e dalle banalità.
«Vegliate» è un invito a vivere il tempo in quella continua vigilanza e saggia conversione che sono il contrario della pigrizia, dell’inerzia spirituale, dell’adagiarsi nelle mere contingenze quotidiane. La vigilanza responsabile esclude sia il fanatico allontanarsi dal mondo presente, men che meno progettando un futuro che non si avvererà mai, sia la sonnolenza che porta a sprecare il tempo immergendoci nei soli aspetti esteriori o superficiali della vita. «Vegliate» è un invito a vivere nel modo migliore la vita e il tempo presente, senza illudersi di essere padroni del nostro tempo. Il tempo appartiene a Dio. Egli ci dona la speranza per viverlo.
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