Commento al Vangelo domenicale
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La Quaresima: tempo per convertire il cuore

Luca 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parole chiave: Vangelo della Domenica (275), I Domenica di Pasqua (1)
La Quaresima: tempo per convertire il cuore

La Quaresima è un tempo di quaranta giorni intessuto di preghiera, di ascolto della Parola di Dio e di carità in preparazione alla Pasqua. È un tempo di meditazione dei temi centrali della vita di fede. È un tempo di ricerca del volto di Dio nel fratello.
La Quaresima di sua natura è simile al deserto che fa da sfondo al racconto evangelico delle tentazioni di Gesù. Come il deserto riduce l’uomo all’essenziale, spogliandolo del superfluo e delle vanità e proiettandolo verso alcune poche cose fondamentali – come l’acqua, il cibo, il riparo dal sole cocente e dal freddo pungente – così la Quaresima ci vuole riportare al cuore dell’esistenza cristiana.
L’evangelista Luca narra la tentazione di Gesù, sostenendo che durante la permanenza nel deserto ha vissuto in preghiera e in comunione con Dio, digiunando e rispondendo a tono agli attacchi del diavolo. Il testo delle tentazioni è di fondamentale importanza per la comprensione dell’identità di Gesù, poiché fa conoscere il mistero della sua persona. Egli sperimenta la tentazione come ogni credente, tuttavia, a differenza del cristiano, è sempre vincitore del diavolo che lo tenta.
Il racconto si sviluppa in tre scene costruite attorno a un dialogo intessuto di testi biblici. Sono due modi opposti di leggere la Scrittura. La Parola di Dio sulle labbra del diavolo serve per giustificare la strada del successo facile, del potere, del dominio e del prestigio personale. La linea di Gesù è contrapposta a questa, non per un modo più sottile e abile nel maneggiare la Scrittura, ma per una sua precisa scelta di fede. La via di Gesù, che si concluderà sulla croce, è quella della fedeltà radicale a Dio, scelta in modo deciso e in piena libertà. Egli si rivelerà “Figlio di Dio” non attraverso il privilegio del miracolo facile o del successo garantito. Visto da questa angolazione si capisce che il racconto delle tentazioni è un vangelo in miniatura, nel quale sono drammatizzate le scelte fondamentali di Gesù. Quelle scelte che egli ha voluto fare in continuità nelle situazioni concrete della sua attività di fronte alle attese delle folle, dei suoi discepoli, dei compaesani e dei suoi oppositori.
Gesù vince il diavolo grazie alla sua incondizionata obbedienza alla volontà di Dio. Egli non polemizza, né scende in controversia con il tentatore, ma lo respinge fondandosi sulle parole della Scrittura. Gesù nel deserto è vittorioso sulla tentazione e indica a tutti la via della vittoria: soltanto rimanendo ancorati a ciò che si legge nella Parola di Dio, senza curvarla ai propri interessi, si possono respingere le subdole suggestioni del diavolo.
La tentazione di Gesù svela il mistero della sua persona. Egli mostra la sua incondizionata obbedienza, accettando l’attuazione del disegno di salvezza che il Padre ha stabilito e dal quale il diavolo con insistenza vuole distoglierlo. Questa perfetta obbedienza di Gesù alla volontà del Padre costituisce l’insegnamento più eloquente impartito al cristiano dal racconto evangelico delle tentazioni.
Sant’Agostino scrive: “Se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato”. Il cammino quaresimale mira a farci divenire sempre più conformi a Gesù, che fece realmente esperienza della tentazione. Invita il suo discepolo a far trionfare, dall’interno delle prove della vita, la fedeltà al disegno del Padre.

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