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Un capolavoro dove tutto crea disagio

Joker
(Usa, 2019)
Regia: Todd Phillips
Con: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy
Durata: 123 minuti
Vietato ai minori di 14 anni
Valut. Cnvf: complesso/problematico

Parole chiave: Joker (1), Capolavoro (1), Todd Philips (1), Film (108), Cinema (103)
Un capolavoro dove tutto crea disagio

Forse uno dei rarissimi capolavori usciti nell’anno che si va concludendo, Joker è un film durissimo, inquietante, pieno di dolore e di rabbia, che deluderebbe chi si aspettasse l’ennesimo racconto su Batman, ma che è da vedere per poi rifletterci a lungo.
Arthur Fleck (uno sbalorditivo Joaquin Phoenix, che conoscevamo già come grande attore ma che qui ha fatto un lavoro su se stesso che dev’essergli costato sangue, sudore e lacrime) è un modestissimo aspirante comico, già avanti con gli anni, che non trova né successo né pace in una vita quanto mai complicata. Affetto da un disturbo neurologico che gli provoca una incontrollabile risata nervosa, vive con l’anziana madre, malata e disturbata mentalmente, sbarcando il lunario con pochi e insoddisfacenti lavoretti. Siamo in una Ghotham City che assomiglia in modo preoccupante a molte metropoli del mondo, Italia compresa. Strade sporche. Intolleranza diffusa. Violenza sotto pelle che fatica sempre più a non esplodere.
Tutto, in Joker, è costruito per creare disagio e fatica quasi fisica nello spettatore: la livida fotografia di Lawrence Sher, le disturbanti scenografie di Mark Friedberg, le musiche di Hildur Guonadottir (e anche l’utilizzo in contesto drammatico di celeberrimi brani di musica leggera). Il lavoro di sceneggiatura di Todd Phillips, che firma anche la regìa, e di Scott Silver ha richiami evidentissimi e persino dichiarati a molta dell’opera di Martin Scorsese, da Taxi Driver a Re per una notte (il rapporto tra un divo della tv e un aspirante attore – là Jerry Lewis e Robert De Niro, qui lo stesso De Niro e Phoenix – ne è quasi un calco).
Nella realtà urbana della competizione sfrenata, dell’intollerabile paternalismo dei ricchi, della programmatica trascuratezza e indifferenza nei confronti degli altri non possono germinare altro che terribili frutti di violenza.
Il clown nemico di Batman ha avuto diverse versioni e interpretazioni, nel corso della storia del cinema e della televisione. Da quella degli anni Sessanta di una serie comunque memorabile per inventiva e freschezza, in cui Joker era Cesar Romero, a quelle via via più inquietanti dei film di Tim Burton (Jack Nicholson), Christopher Nolan (Heath Ledger) o David Ayer (Jared Leto). Joaquin Phoenix li batte tutti, e non era impresa da poco, così come, in questo caso, va apprezzato una volta tanto il grande lavoro di doppiaggio in italiano fornito da Adriano Giannini.
Opportunamente vietata ai minori di 14 anni, perché da tempo non si vedeva un film così impegnativo e coinvolgente, l’opera di Todd Phillips segna una svolta da seguire con interesse nella filmografia contemporanea.

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