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Delizioso e ispirato come un bel presepe

Il primo Natale
(Italia/Marocco, 2019)
Regia: Ficarra & Picone
Con: Salvatore Ficarra,
Valentino Picone, Massimo Popolizio
Durata: 105 minuti
Valutazione Cnvf: consigliabile/brillante

Parole chiave: Il primo Natale (1), Ficarra & Picone (1), Massimo Popolizio (1), Film (101), Cinema (99)
Delizioso e ispirato come un bel presepe

Il sottotitolo del nuovo film della coppia di autori/attori siciliani Ficarra & Picone potrebbe forse essere Non ci resta che sperare.
Come in Non ci resta che piangere (1984), infatti, ci sono due personaggi che finiscono in un’epoca passata. Là Roberto Benigni e Massimo Troisi si trovavano nel Rinascimento, incontrando persino Leonardo da Vinci. Qui il parroco don Valentino (Picone), appassionato realizzatore del presepe vivente nella sua chiesa, e il ladro Salvo (Ficarra), colto in flagrante a rubare un prezioso bambinello d’autore, hanno la ventura di finire, in modo misterioso ma provvidenziale, nell’anno zero della cristianità, vicino a Betlemme, qualche giorno prima della nascita di Gesù.
La sceneggiatura del duo, scritta insieme a Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini, non indugia, con scelta intelligente, nello spaesamento tra l’abitudine all’epoca contemporanea e una vita completamente diversa come quella di oltre duemila anni fa. Si dedica invece, non dimenticando i momenti di divertimento, sempre molto garbati, ad approfondire le reazioni dei due protagonisti: ovviamente credente, ma con un pizzico di passione oleografica di troppo, il sacerdote; miscredente dichiarato e orgoglioso di esserlo il malandrino.  
Entrambi usciranno cambiati dalle vicende che si troveranno a dover affrontare, con una maturazione davvero molto seria.
Girato quasi interamente in Marocco, Il primo Natale è soprattutto, proprio al di là delle apparenze più scontate, un film che racconta l’epoca contemporanea e il dramma dei migranti. Inizia con le immagini trasmesse in tv di sbarchi, naufragi, drammi che purtroppo continuano a verificarsi quasi quotidianamente proprio nel canale di Sicilia. Si conclude con un possibile respingimento, al quale si trova una soluzione inaspettata e commovente.
Se ci fosse stata una maggior attenzione al commento musicale, davvero troppo scontato, soprattutto nella breve ma intensa e toccante sequenza della Natività, saremmo arrivati forse non alle soglie del capolavoro, ma certo vicino ad un film difficile da dimenticare.
Scontata questa lacuna, tuttavia, va segnalato come una delle opere più originali e intelligenti viste negli ultimi anni su un tema frequentato mille volte dal cinema, spesso con pigrizia creativa, che qui invece gli autori sono riusciti a tenere ben lontana.
Accompagnati da un ottimo cast di comprimari (Massimo Popolizio che interpreta re Erode; Roberta Mattei che è Rebecca, e molti altri) i due protagonisti ci regalano un’opera deliziosa e ispirata come un presepe ben fatto.

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