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Anche la scienza ha i suoi stereotipi

Il diritto di contare
(Usa, 2017)
regia: Theodore Melfi
con: Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monàe, Kevin Costner
durata: 127’
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti

Parole chiave: Il diritto di contare (1), Cinema (99), Carlo Ridolfi (19)
Anche la scienza ha i suoi stereotipi

Una recente ricerca italiana dimostrerebbe che le donne sarebbero meno portate dei maschi per le materie scientifiche. Non sappiamo se la realtà corrisponda proprio ai dati sbandierati sui quotidiani qualche giorno fa. A smentirne i risultati, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, e a confermare una certa qual positiva malizia di Hollywood, ecco in uscita anche da noi un film che racconta da un versante inedito una delle vicende più note della storia contemporanea.
Siamo negli anni Sessanta e le spedizioni astronautiche stanno vivendo il loro periodo più intenso. La Nasa è al suo massimo impegno, sia tecnologico che politico, per battere i sovietici nella corsa alla Luna. È in questo periodo e in quel luogo, che siamo stati abituati a immaginare come popolato da maschi bianchi, anglosassoni e protestanti, che vengono assunte donne di colore. In particolare sono due matematiche, Katherine Johnson (Taraji P. Henson) e Dorothy Vaughan (Janelle Monàe) e un ingegnere aerospaziale, Mary Jackson (Octavia Spencer). Donne. Nere. Scienziate. Sarebbe a dire il contrario esatto degli stereotipi di genere che, come si è visto, anche al giorno d’oggi sono difficili da sradicare.
Le tre donne si trovano quindi a vivere e lavorare in un mondo che non è certo ben disposto verso di loro. Come si racconta nel libro a cui è ispirato il film (Hidden Figures, di Margot Lee Shetterly), vengono sistemate in un ufficio separato dal resto dei colleghi, a districarsi tra complicatissimi calcoli, tanto da trovare sulla scrivania la scritta “Colored Computers”. Così come, ma pare che l’aneddoto sia stato costruito per la sceneggiatura del film e non corrisponda alla realtà dei fatti, quando Katherine Johnson entra per il primo giorno viene scambiata per la donna delle pulizie.
Il diritto di contare non è un film perfetto. Ha qualche concessione di troppo all’enfasi emotiva e rischia in alcuni momenti di essere stereotipo al contrario, rendendo un pessimo servizio alla tesi che vorrebbe sostenere. Ma è comunque interessante, e certamente otto anni di un presidente di colore hanno potuto aiutare il progetto, che si sia deciso di rendere noto al mondo al di fuori di quello ristretto degli addetti ai lavori, l’esistenza e i meriti di un gruppo di valentissime studiose. Le quali, del dover superare almeno tre gradi di pregiudizio (quello sui neri, quello sulle donne, quello sulle donne scienziate) hanno dimostrato non solo massima competenza e carattere, ma anche fantasia e persino il divertimento proprio di chi sa di poter sovvertire le regole per far progredire il mondo.

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