Cinema
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Anche gli alieni tengono famiglia

I guardiani della Galassia Vol. II
(Usa, 2017)
regia: James Dunn
con: Chris Pratt, Kurt Russell,
Zoe Saldana, Dave Bautista
durata: 136’

Parole chiave: I guardiani della Galassia Vol. II (1), Film (101), Cinema (99), Carlo Ridolfi (19)
Anche gli alieni tengono famiglia

Forse qualcuno ha sorriso quando Zoe Saldana, ottima attrice americana che in questo film riveste di nuovo i panni dell’aliena e verde di pelle Gamora, dichiarò in un’intervista rilasciata qualche tempo fa che il secondo capitolo de I guardiani della galassia sarebbe stato un film che parlava della famiglia.
L’evidenza dei fatti, dopo la visione di un’opera per molti aspetti positivamente sorprendente, ci porta a riconoscere tutte le ragioni delle dichiarazioni dell’interprete.
Già nel primo episodio si erano posti degli interrogativi su chi fosse il padre del protagonista Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt). Ecco la risposta: un essere intergalattico che risponde all’immodestissimo nome di Ego (Kurt Russell) e che si fa riconoscere quasi subito, salvo nascondere, come dev’esser ovvio per un adeguato sviluppo narrativo, intenzioni affatto diverse da quella del riconoscimento tardivo della propria progenie.
Ma non è l’unico aspetto di legami di famiglia che viene toccato. Si parla, infatti, di rapporti tra sorelle, come quello della stessa Gamora con Nebula (Karen Gillan); di innamoramenti con mogli che purtroppo non ci sono più, come quella di Drax il Distruttore (Dave Bautista) e di possibili nuovi legami con personaggi che entrano in scena come la delicatissima e in alcuni momenti commovente Mantis interpretata da Pom Klementieff; di paternità biologica e di eredità affettive e psicologiche che invece derivano da rapporti che non hanno nulla di genetico ma molto di molto più vero, come quello tra lo stesso Star-Lord e Yondu Udonta (Michael Rooker), il pirata che l’ha cresciuto (con la ciurma della nave comandata da quest’ultimo che sembra quella dei bambini perduti dell’Isola-che-non-c’è di Peter Pan diventati adulti).
È merito della sceneggiatura dello stesso regista quello di aver costruito un racconto leggibile a più livelli, da quello più immediato, e comunque di ottima fattura, del puro intrattenimento, a quello più profondo e davvero di grande interesse dell’analisi sociale e psicoanalitica dei rapporti famigliari.
Senza dimenticare che fanno parte della combriccola anche due personaggi come il procione geneticamente modificato Rocket (che nella versione originale ha la voce di Bradley Cooper) e l’albero umanoide Groot, qui tornato bambino in coerenza con la conclusione del primo episodio, che ha tutta l’ingenuità e l’entusiasmante freschezza delle monellerie di un piccolo essere in crescita.

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