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Valdadige, a Canale si respira la storia

Qui battaglie, forti, graffiti in un borgo antico

Parole chiave: Canale (16), Valdadige (2), A spasso con il cane (84)
Valdadige, a Canale si respira la storia

La chiesetta più antica della Valdadige, i forti austriaci e un monumento a ricordo dei caduti francesi, le incisioni rupestri. Si trova traccia di queste e altre memorie storiche andando a scoprire Canale, o Incanale, frazione di Rivoli Veronese, in compagnia del nostro cane. Seguendo le indicazioni, dopo aver superato un’area picnic, la strada si avvicina alla riva dell’Adige e poco dopo, alle porte del minuscolo paese, incontriamo il forte La Tagliata, edificato nel 1884 in una zona strategica della valle, a ridosso della parete rocciosa del monte Cordespino. Situato così vicino al fiume, l’edificio aveva il compito di fare da sbarramento della strada Canale Zuane. L’opera, che era costituita da due parti, ossia lo sbarramento e la batteria di collegamento, è stata sventrata e parzialmente distrutta alla fine degli anni ’80, per consentire il passaggio della strada, e oggi è proprietà privata.
Raggiunto Canale, lasciamo l’automobile nel parcheggio di questa frazione, composta da antiche case in pietra ancora ben conservate e molto pittoresche, come quelle che si trovano lungo la via Traversa via piano canale. Seguiamo quindi le indicazioni per la chiesa, dopo aver superato gli antichi lavatoi. Percorrendo la strada in salita, arriviamo al complesso ecclesiastico di San Zeno di Incanale, risalente all’XI-XII secolo.
La piccola chiesetta dedicata a san Zeno è la più antica della Valdadige ed è posta sul percorso che conduce poi alle incisioni rupestri. Costruita in conci di pietra locale, con tegole e mattoni fabbricati in località Teoline, un tempo custodiva al suo interno una lapide romana ora collocata al Giardino Giusti, con la dedica Dystride alla figlia Calliste vissuta 19 anni. L’ingresso della chiesa era sormontato da un occhio al centro, e il campanile romanico è alto 18 metri, con finestra e feritoia a sud, e bifore rette da capitelli e archi in cotto. Nel corso dei secoli vi si celebrava la Messa due volte alla settimana e, nonostante le alterne vicende, gli abitanti della frazione le sono ancora molto devoti. All’inizio del Novecento furono costruite le scuole elementari nello spazio adiacente e le mura perimetrali sono state restaurate nel 1999.
Arriviamo quindi alla nuova chiesa parrocchiale di San Luca, costruita nel 1597, ampliata alla fine del Seicento e rimodernata negli anni 20 del Novecento. Da qui la vista può spaziare sull’intera vallata, dominata dal vicino forte di Rivoli, costruito tra il 1850 e il 1851 sull’altura del monte Castello con lo scopo di proteggere le strade che da Affi portano a Rivoli e all’Adige. Fu ribattezzato in onore di un generale austriaco, Ludwig von Wohlgemuth, che si distinse nella campagna del 1848, e ospita oggi un museo sulla Grande Guerra.
Intanto proseguiamo la passeggiata, fino a trovare le indicazioni per il percorso naturalistico che si inoltra nella vegetazione. Passa proprio da questo paese il sentiero 71 del Cai, che conduce a Castel Presina e alla Madonna della Corona. Noto un tempo solo agli abitanti del posto, viene considerato dagli escursionisti il più bello per raggiungere il santuario della Madonna della Corona. Tra i lastroni di roccia levigati dal passaggio del ghiacciaio durante la IV glaciazione Wurm, sono nascoste incisioni paragonabili a quelle di San Vigilio e della Val Camonica. Sono state riconosciute una cinquantina di figure, databili secondo gli studiosi nella prima Età dei metalli, tra la metà e la fine del III millennio a.C. Per percorrerlo si consigliano però scarpe da trekking e un’adeguata attrezzatura. Da questo punto in poi si cammina tra le pareti calcaree incombenti sulla Valdadige, godendosi un panorama mozzafiato.
Prima di rientrare si potranno seguire le indicazioni appena dopo il forte La Tagliata e raggiungere a piedi il monumento a Napoleone, eretto nel 1806 in località Torte, sull’altura antistante la piana dell’Adige, a ricordo dell’importante e vittoriosa battaglia e dei caduti francesi. Esso fu parzialmente distrutto nel 1814 dagli Austriaci che vollero disfarsi del cimelio della loro sconfitta e demolirono la colonna in stile dorico, la guglia e altri elementi decorativi. Oggi si possono ammirare alcuni pezzi ai piedi dell’imponente basamento di marmo bianco.
Per raggiungerlo si passa sotto l’autostrada del Brennero e si percorre un sentiero sterrato, con il forte Wohlgemuth sempre di fronte a noi. Si tratta di sentieri poco frequentati d’inverno, ma piacevoli da percorrere e sempre esposti alla luce. Resi affascinanti dal paesaggio severo delle montagne circostanti e dai monumenti che ricordano l’incredibile importanza strategica della Valdadige nel corso della storia.

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