A spasso con il cane - Via con... Vento
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Avesa, dove la città incontra la natura

Non occorre fare tanta strada in automobile per ritrovarsi nel silenzio di boschi, vigneti e bellissime colline, da scoprire in compagnia del proprio quattrozampe...

Parole chiave: Avesa (4), A spasso con il cane (84), Silvia Allegri (49)

Non occorre fare tanta strada in automobile per ritrovarsi nel silenzio di boschi, vigneti e bellissime colline, da scoprire in compagnia del proprio quattrozampe. L’escursione forse più pratica e vicina per i veronesi e paradossalmente, forse proprio per questo, per tanti ancora sconosciuta, è quella che vede come punto di partenza l’antico borgo di Avesa. Pur essendo, dal punto di vista amministrativo, un quartiere veronese, questa frazione conserva ancora una sua identità fortissima, dove si respira un’aria antica.
Si può parcheggiare l’automobile nel centro di Avesa, in una delle tante vie che si snodano da quella principale, che conduce verso le colline. Passeggiando a piedi, si potranno ammirare scorci rimasti inalterati nel tempo: un patrimonio storico, ambientale, architettonico di immensa suggestione.
Le vie del borgo sono antiche strade pittoresche che conservano pressoché intatto il loro aspetto: l’ex monastero delle Agostiniane, dietro alla chiesa parrocchiale; la chiesetta romanico-gotica della Camaldola, al cui lato sorge un antico lavatoio lungo il corso del Lorì. La sorgente di questo fiume, parte integrante dell’identità stessa di Avesa, è situata nella via omonima, nel centro abitato, e costituì un elemento di primaria importanza per l’economia locale, permettendo il rifiorire dell’agricoltura, della lavorazione della lana e, in tempi più recenti, del lavoro delle lavandare. Da piazza del Plebiscito si raggiunge anche Villa Scopoli, che conserva un capolavoro dell’arte secentesca: la peschiera con i suoi giochi d’acqua, le grottesche affrescate ed eleganti decorazioni. Sorta già nel XIII secolo con i frati camaldolesi, ha assunto l’attuale nome dal 1849 quando fu acquistata da Ippolito Scopoli. Il Parco non ha subito grandi interventi nel corso della storia, fortunatamente, e ha mantenuto inalterati il suo equilibrio naturale e la sua struttura iniziale, inserendosi perfettamente nel paesaggio circostante.
Le acque del Lorì, che attraversano la proprietà, sono ancora utilizzate per l’irrigazione dei campi e per alimentare la peschiera. Qui nidificano l’airone cinerino e le anatre, e nuotano le carpe. Interessante anche la vegetazione del Parco: dal sambuco al bagolaro, al tiglio, fino agli arbusti e ai fiori, che rispecchiano la vegetazione spontanea delle colline che circondano la villa, che è possibile visitare contattando l’associazione tramite il sito www.associazionevillascopoli.it.
Proseguendo verso nord lungo via Paiola, e superata la trattoria Da Milio, si costeggiano orti e giardini, camminando sul lato della strada comunque poco trafficata, fino a raggiungere il famoso ponte sul torrente di Avesa, opera in cemento armato realizzata con il sistema Hennebique, dal nome dell’inventore del cemento armato, allora all’avanguardia, che nel 2012 ha celebrato il centenario dalla sua inaugurazione. Appena attraversato il ponte si trova uno slargo ideale per una sosta: accanto al monumento vi sono numerose panchine dalle quali si può godere un magnifico panorama sulle colline ricoperte di olivi, vigneti e boschi.
Da qui si snodano numerosi sentieri, da percorrere con il proprio cane: qui arriva – o parte – il sentiero europeo E5, che da Verona conduce a Costanza, un percorso amatissimo da sportivi, viandanti, turisti italiani e stranieri. In anni recenti il sentiero ha visto la promozione di diversi gruppi escursionistici e i cartelloni con le indicazioni sono stati realizzati grazie alla collaborazione tra la Federazione europea escursionisti e il Comitato gruppi alpinistici veronesi. Poco più oltre, indicato da un altro cartello, si incrocia il percorso sulla dorsale delle 5 Valli, così chiamato perché parte dalla Valpolicella, attraversa la Valpantena, la Val Squaranto, la Val di Mezzane e termina nella Val d’Illasi. Un percorso che richiede ovviamente alcune ore di tempo a disposizione e soprattutto un buon allenamento, ma che si può percorrere anche solo in parte.
Per esempio attraversando il ponte del Lorì e inoltrandosi nella natura, si scoprirà il bellissimo Vajo Borago: qui il nostro cane potrà correre liberamente, con la dovuta prudenza, per non disturbare o spaventare i molti animali che si rifugiano all’ombra e negli anfratti di questa zona collinare. E visto che i buoni conoscitori di queste zone sconsigliano una camminata in piena estate dal momento che la zona ombrosa e umida favorisce la presenza di zanzare e altri insetti, il periodo migliore sembra proprio l’autunno, con i suoi magnifici colori. Serve attenzione, qui, nei tratti dove la presenza di sassi o rami di alberi può ostacolare il passaggio.
Il tempo previsto e indicato dalla segnaletica per arrivare a Montecchio è di circa un’ora e mezza, e volendo si può riprendere la macchina e da Avesa avvicinarsi, superata La Cola, a quest’altro bel borgo, dove si trovano piccoli bar e osterie ideali per un pranzo o uno spuntino veloce, e dove naturalmente il nostro compagno a quattro zampe sarà il benvenuto. Muovendosi in direzione di Grezzana, sempre seguendo il sentiero che affianca la strada asfaltata, ci si potrà immergere in un bellissimo bosco di faggi, che si snoda fino alla località Case Vecchie.
Il momento ideale per scoprire questi interessanti itinerari è senza dubbio il primo pomeriggio, per sfruttare le ore centrali della giornata evitando l’umidità del mattino.

Allegato: Avesa.JPG (35,78 kB)
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