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Sul sentiero delle Gosse una stele che ci esorta alla preghiera

di ROBERTA BRUNELLI
È stata donata alla Lessinia (e a noi) dalla famiglia Fabbri  

Sul sentiero delle Gosse una stele che ci esorta alla preghiera

di ROBERTA BRUNELLI
Per uno sguardo, una preghiera, un’invocazione da rivolgere al cielo. Chi si trova a camminare lungo il sentiero delle Gosse che risale da Giazza e arriva fin sui pascoli di Parparo, nel comune di Roverè, adesso può incontrare la stele lignea realizzata dalla famiglia di Walter Fabbri.
Il Cristo delle Gosse: un «dono» alla Lessinia e a chi la frequenta. Un’esortazione a non dimenticare di essere grati al Signore per quanto ci ha donato e riempie ogni giorno i nostri occhi di bellezza. L’opera lignea, realizzata dal maestro scultore Bruno Corradi di San Rocco di Piegara, è stata benedetta negli ultimi giorni di agosto. Riprende, nelle sue fattezze, gli antichi capitelli che venivano collocati nei crocevia e che capita di vedere tuttora. Ma la storia la racchiude nel cuore della materia di cui è fatta: «A fare da cornice è una tavola di legno di cedro di 80 anni, mentre la testa scolpita del Cristo è in larice di mille anni fa», ha spiegato il committente. «Questo è un ricordo che, come famiglia, abbiamo voluto dedicare alla Lessinia. Ci sembrava che questo sentiero, percorso in ogni stagione da molte persone, fosse il luogo ideale in cui invitare a soffermarsi per un’occhiata, una preghiera, un’invocazione», ha osservato Fabbri.
Il gesto racchiude un significato più profondo: «Questa immagine ci ricorda di essere grati a chi ha creato tutto questo». Sul significato della stele si è soffermato il parroco di Roverè, don Gianluca Bacco, prima della benedizione della scultura. «Nell’immagine c’è il volto del Cristo sofferente, aspetto della vita del Signore e del mistero di salvezza che esso porta con sé. Contemplando la passione e la sofferenza di nostro Signore, riscopriamo la carità senza limiti del nostro Salvatore, che è morto e risorto per la nostra salvezza. E siamo stimolati anche a noi a rifuggire il peccato per camminare in una nuova vita». La scultura «si trova sul sentiero europeo E5, in uno dei luoghi più suggestivi della montagna veronese», ha evidenziato il sindaco di Roverè, Stefano Marcolini, in un paesaggio che è stato modellato dai sacrifici dell’uomo e che deve essere preservato. L’ha ricordato pure il presidente del Parco naturale della Lessinia, Giuliano Menegazzi: «È vero che il Signore ci ha donato monti stupendi, ma è anche vero che generazioni di montanari con tanto spirito di sacrificio, fatica e passione hanno saputo modellarli in maniera incredibile. Per essere bello, il territorio dev’essere gestito e ben vengano quindi le nuove generazioni che lo hanno a cuore».

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