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La trincea sul lago di Garda per arginare nuove povertà

di FRANCESCO OLIBONI
Dodici parrocchie strette attorno alla Caritas: un progetto esemplare 

Parole chiave: Garda (16), Emporio (11), Caritas (60)
La trincea sul lago di Garda per arginare nuove povertà

di FRANCESCO OLIBONI
«Siamo un bellissimo gruppo di volontari, capitanati da un presidente in gamba, che ha l’arte del problem solving; da cinque anni viviamo nell’armonia e nella condivisione di un progetto di carità che oggi cammina da solo». Esordiscono in questo modo alcuni dei referenti della Caritas vicariale del lago veronese, una delle realtà Caritas più attive della diocesi di Verona.
Un po’ di storia ... e geografia
«È iniziato tutto nel 2012 quando è nato a Garda il primo centro di ascolto zonale», spiega Adolfo Vallazza, memoria storica, tra i primi fondatori e oggi dedicato alla contabilità della Caritas del lago veronese. «Il modello era quello delineato da Caritas Verona, con tutta una serie di corsi di formazione specifici che hanno preceduto l’inaugurazione e con un’idea di non limitarci ad un solo paese: la nostra è stata la prima Caritas interparrocchiale di Verona, che metteva insieme ben dieci parrocchie, mentre oggi sono dodici: Garda, Bardolino, Albisano, Calmasino, Cisano, Colà, Costermano del Garda, Lazise, Torri del Benaco, Pacengo, San Zeno di Montagna, Castion Veronese. Il tutto inserito in una rete di sei diversi Comuni e varie altre associazioni del luogo». Il perché della nascita di una Caritas dedicata a questa zona del lago, è presto detto: «Le persone in difficoltà non mancano in questo territorio e l’idea era proprio quella di creare un Centro di ascolto vicino a loro, per intercettarne di più e per conoscere anche più da vicino i problemi del territorio».
Passo numero due: l’emporio
A Sergio Marchi, uno dei motori della Caritas locale e attualmente responsabile dell’emporio della solidarietà “12 Ceste”, brillano gli occhi sopra la mascherina nel raccontare dell’inaugurazione del 2016: «Questo emporio è stato voluto fortemente dal vicariato tutto e in particolare dal presidente della Caritas del lago veronese, don Giuseppe Marchi, parroco di Garda e Albisano. Abbiamo lo stesso cognome, non siamo nemmeno parenti, ma l’intesa e gli obiettivi con lui sono stati fin da subito condivisi e portati avanti con entusiasmo». L’emporio è situato a Bardolino, «messo a disposizione dalla parrocchia, un vero segno di Provvidenza», e porta questo nome su idea di Adolfo Vallazza, ispirato dal Vangelo di Matteo: «Gli avanzi di quel giorno – spiega Vallazza – hanno sfamato 5mila uomini e avanzarono pure dodici ceste. Ecco la presenza dell’emporio sul territorio: per dar da mangiare a chi ne ha bisogno, per recuperare le eccedenze alimentari, perché “nulla vada perduto”». Nel 2021 l’emporio di Bardolino ha ricevuto donazioni di cibo da privati, dal Banco Alimentare, dalla colletta alimentare e solo un quarto dei quasi 500 quintali di cibo ricevuto è stato acquistato dalla Caritas locale. «Gli anni della pandemia – spiega Sergio Marchi – sono stati devastanti. Siamo stati costretti ad arricchire l’emporio per aumentare la distribuzione soprattutto di cibi freschi e congelati, a fianco di frutta e verdura già distribuiti. Così sono stati allestiti una cella frigorifera e due freezer supplementari ed è iniziata la distribuzione di pesce e pollo. In un colpo solo abbiamo risolto problemi di conservazione e migliorato i prodotti consegnati alle famiglie».
La pandemia, una mazzata per chi vive di turismo
La Caritas del vicariato del lago veronese conta oggi una trentina di volontari, tra cui anche un ragazzo del servizio civile che sta concludendo la sua esperienza. Il Centro di ascolto, situato a Garda, è il motore di tutta l’organizzazione ed è il suo referente, Luigi Zermini, a raccontarci come si sono vissuti i due anni di pandemia in questa zona della provincia, all’apparenza lontana da problemi di grave povertà: «Nel 2016 seguivamo 36 famiglie, ad inizio 2020 erano 87, a gennaio 2021 eravamo già a 126. L’ultimo nostro report risale a fine 2021 con 168 diversi nuclei famigliari seguiti, circa cinquecento persone, ma continuano ad arrivarne e non esagero se dico che oggi siamo circa a 180 famiglie. Il lago può sembrare una zona ricca, ma non lo è per i lavoratori, soprattutto i tantissimi stagionali. La pandemia ha bloccato il turismo, in molti hanno perso il lavoro e le famiglie monoreddito, con almeno due figli e in affitto, non riescono a vivere in maniera dignitosa. Devo ammettere che l’emporio è stato davvero fondamentale in questi mesi».
La collaborazione con i Comuni e non solo
«Siamo dislocati su sei Comuni: Garda, Bardolino, Lazise, Torri del Benaco, Costermano del Garda e San Zeno di Montagna – ci spiega don Giuseppe Marchi, presidente della Caritas locale – e lavoriamo in stretta collaborazione con ognuno. Ciascuno ci mette del suo, ci aiuta come può, anche finanziariamente; ma senza la rete con le amministrazioni tutto questo nostro lavoro non avrebbe senso. Il nostro Centro di ascolto lavora in stretto contatto con le assistenti sociali del territorio. Lo slogan della nostra Caritas è “Diamoci una mano” e direi che nel lavoro con i nostri poveri c’è davvero bisogno di un aiuto da parte di più attori possibili. Anche per questo i nostri volontari si recano nelle parrocchie, nei vari gruppi, anche di catechismo, o nelle scuole, per lasciare testimonianze e sensibilizzare quante più persone». Tutte le varie realtà parrocchiali cercano di aiutare come possono, con volontari, progetti specifici e a volte anche iniziative esemplari, come Lazise che per alcuni anni ha ospitato richiedenti asilo in parrocchia, in una collaborazione con “Il Samaritano” di Caritas diocesana veronese, cercando di dare una mano a questi giovani stranieri nell’inserimento sul territorio, nel trovare un lavoro, nel sentirsi realmente accolti. Conclude Zermini: «La stretta collaborazione con i servizi sociali territoriali ci permette anche di avere aiuti non solo economici, ma anche psicologici, soprattutto quando si ha a che fare con casi molto complicati o con famiglie molto in difficoltà. È una rete che offre sostegno, accompagnamento, conforto: l’obiettivo è far stare bene le famiglie a 360 gradi». «La nostra Caritas – spiega Sergio Marchi – collabora con il Centro aiuto vita vicariale con sede a Bardolino, con un protocollo d’intesa in cui il Cav si concentra sulla prima infanzia e noi seguiamo famiglie con figli dai tre anni in su. In questo modo a volte abbiamo seguito anche situazioni nelle parrocchie adiacenti, come Castelnuovo del Garda. Inoltre c’è una collaborazione con l’associazione “Opero Silente” per il sostegno alimentare». Accanto alle classiche raccolte fondi, alle ceste per gli alimenti nelle chiese e alle donazioni spontanee, un’altra iniziativa che porta sostegno economico è legata ai mercatini dei vestiti vintage: «A Garda nei weekend invernali, grazie agli spazi messi a disposizione dall’Hotel Roma, e in estate una volta al mese sul lungolago in accordo con il Comune, avviene la vendita dei vestiti vintage, accuratamente selezionati e preparati dai nostri volontari in un magazzino messo a disposizione dal Comune».
Traguardi, obiettivi, sogni
«L’obiettivo era un furgone nuovo tutto dedicato alla nostra Caritas che arriverà nei prossimi giorni. L’auspicio, che diventa appello, è quello di avere rappresentanti di tutte e 12 le nostre parrocchie tra i volontari, e ci stiamo lavorando. I sogni? Innanzitutto aumentare e migliorare i prodotti dell’emporio perché le famiglie possano mangiare sempre meglio, ma sarebbe bellissimo aprire un nuovo Centro di ascolto, dislocato in un’altra parrocchia del vicariato: i bisogni e i numeri aumentano e sentiamo davvero la necessità di un centro dedicato nella zona di Lazise, Colà, Pacengo. Nel frattempo confidiamo nella Provvidenza e rimaniamo con i piedi per terra per il bene di chi ne ha bisogno». 

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