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Il grazie del cardinale Mario Zenari nel ventesimo anniversario di episcopato

«Anche i nunzi apostolici sono parte della Verona Missionaria»

Parole chiave: Cardinali veronese (1), mons. Mario Zenari (1)
Il grazie del cardinale Mario Zenari nel ventesimo anniversario di episcopato

«È un’emozione particolare oggi riandare a 20 anni fa quando, verso le 5 del pomeriggio, qui il cardinale Angelo Sodano, con i vescovi Flavio Roberto Carraro e Marcello Zago quali conconsacranti, mi ordinò vescovo. Ricordo come fosse ieri questo particolare momento di grazia. Grazie a tutti quanti voi». Così si è espresso il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, lo scorso 25 settembre nell’omelia della Messa di ringraziamento per i suoi primi 20 anni di episcopato, da lui presieduta in Cattedrale. Insieme al vescovo Giuseppe Zenti, che all’inizio della liturgia ha espresso il saluto suo e dell’intera diocesi al porporato veronese, erano presenti gli arcivescovi Claudio Gugerotti e Rino Passigato, oltre a 32 sacerdoti concelebranti, tra i quali una significativa rappresentanza di compagni di ordinazione presbiterale di Zenari, che nel 2020 festeggeranno il giubileo sacerdotale. Il cardinale ha messo in luce la dimensione missionaria della Chiesa di San Zeno. E tra le centinaia di uomini e donne veronesi – preti fidei donum, religiosi, religiose e laici – impegnati nei cinque continenti nell’annuncio del Vangelo, «ci sono anche dei nunzi apostolici e altri sacerdoti che prestano servizio nelle nunziature». Questi due decenni da vescovo (e gli ultimi tre anni da cardinale) Zenari li ha vissuti come nunzio in Paesi in guerra: la Costa d’Avorio, lo Sri Lanka e gli ultimi dieci anni nella martoriata Siria. «Dovrei parlare della mia esperienza in queste Chiese giovani, entusiaste, delle loro culture, però non posso tacere il mare di sofferenza che ho visto in questi tre Paesi» ha confidato il porporato villafranchese. E il prezzo più alto dell’atroce guerra che ormai da nove anni insanguina la Siria lo pagano soprattutto i bambini (migliaia e migliaia di vittime innocenti) e le donne, le loro madri. «Mi viene in mente la bella espressione del filosofo francese Blaise Pascal che dice: “Cristo è in agonia fino alla fine del mondo”. È proprio vero. È in agonia fino alla fine del mondo nei suoi fratelli cristiani e in tutta questa gente innocente, bambini che soffrono e sono uccisi». Ma il Signore Gesù, morto in croce per salvarci, ci invita a non temere in mezzo alle prove “perché perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati” (Lc 12,7).

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