Attualità
stampa

“Nel cognome del padre”: ora si cambia registro

di MARTA BICEGO
Una pronuncia della Consulta ribalta l’automatismo paterno

Parole chiave: Cognome (1), Corte Costituzionale (1)
“Nel cognome del padre”: ora si cambia registro

di MARTA BICEGO

Mario Rossi e Lucia Verdi hanno un figlio, Toni. Di comune accordo, potranno decidere di chiamarlo Toni Rossi Verdi. Al di là del gioco di parole, è questo il risvolto pratico della sentenza, emessa lo scorso 27 aprile dalla Corte costituzionale, che dichiara l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che attribuiscono automaticamente alla prole il cognome paterno. «Ha così censurato un sistema nel suo complesso che, per un verso, non consente ai genitori di accordarsi per l’assegnazione del cognome materno e che, per un altro, in mancanza di accordo assegna automaticamente il patronimico», sintetizza Alessandra Cordiano, docente associata di Diritto privato all’ateneo scaligero.
La motivazione della pronuncia, che andrà naturalmente letta nella sua interezza, «è che la regola attuale sia discriminatoria nei confronti della madre e quindi contraria del principio di eguaglianza». Oltre che, afferma la docente, «lesiva dell’identità del nato, giacché il nome costituisce un elemento essenziale dell’identità personale e i genitori debbono poter condividere la scelta rispetto ad un profilo fondamentale».
Cosa cambierà adesso per le bambine e i bambini nati all’interno e fuori del matrimonio, e per i figli adottivi? La regola stabilisce che «il figlio assume il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine che questi hanno concordato, salvo che decidano, sempre di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due, della madre o del padre», spiega Cordiano. Se non si trova un’intesa sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, sarà il giudice a dover decidere “in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.
Si tratta di una sentenza importante, sottolinea la professoressa. Ad anticiparla erano state in realtà altre pronunce fra le quali, nel 2014, l’intervento della Corte Europea per i diritti dell’uomo che «aveva definito la preclusione all’assegnazione al figlio del cognome materno una forma di discriminazione basata sul sesso, in violazione del principio di uguaglianza tra uomo e donna». Inoltre, nel 2016, la stessa Corte costituzionale aveva stabilito la possibilità di dare al figlio il doppio cognome, ma fino ad oggi questa attribuzione non era automatica e, in mancanza di accordo fra i genitori, veniva assegnato il solo cognome paterno.
È una sentenza importante ma «demolitoria», che richiede cioè un successivo intervento di dettaglio. La stessa Corte, infatti, esorta il legislatore a colmare tutte le questioni che rimangono ancora dubbie e insolute: «La prima è definire una regola per quei genitori che hanno già il doppio cognome». Comporta di decidere se cristallizzare la prassi esistente di trasmettere alla generazione successiva un solo cognome, come avviene per esempio in Spagna, per evitare una moltiplicazione esponenziale di cognomi. Inoltre, secondo Cordiano, «sarà necessario fornire indicazioni che tendano, forse, ad escludere che all’interno dello stesso nucleo familiare vi siano figli con cognomi differenti».
Indispensabile sarà poi dare al giudice alcuni elementi più chiari in base ai quali comporre il conflitto in caso di mancato accordo fra i genitori. Infine, annota, «sarà da capire cosa accadrà alle bambine e ai bambini già nati: se sarà possibile, ma soprattutto in che termini, applicare loro la nuova disciplina». Il quadro giuridico è interessante, ma ancora in parte da costruire. Soprattutto, fa notare Cordiano, «siamo di fronte a un definitivo cambio di paradigma giuridico, che elimina un retaggio culturale in rappresentanza di un’arcaica concezione patriarcale della famiglia, eppure ancora così resistente anche, ma non solo, sotto il profilo giuridico». Il diritto, dice, «non ha la pretesa di modificare la società», specialmente rispetto a questioni che trovano le loro radici in rappresentazioni così profonde e simboliche. «ll suo apporto oggi – conclude – è però quello di sostenere un cambio culturale e di contribuire alla costruzione di un immaginario nuovo, più inclusivo, democratico». 

Tutti i diritti riservati
“Nel cognome del padre”: ora si cambia registro
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento