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Il migrante è uno di noi il resto è solo slogan

di REDAZIONE

Una Giornata dedicata a chi arriva e a chi se ne va. Il card. Bassetti: «Nessuno può dirsi cristiano se esclude il proprio fratello»

Parole chiave: Giornata del migrante (2), Migrtazioni (1), Rifugiati (3)
Monumento al migrante nel porto di Marsiglia di Bruno Catalano

di REDAZIONE

Nessuno può dirsi cristiano se esclude il proprio fratello, dice a chiare lettere il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, alla vigilia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica 26 settembre. Si ragiona attorno allo slogan-messaggio di papa Francesco: “Verso un noi sempre più grande”, per realizzare una comunità che non escluda nessuno. Basterebbe valorizzare le somiglianze che ci accomunano, piuttosto che rimarcare le differenze e le “identità”. Sarebbe pure logico farlo, avvisa il sociologo Stefano Allievi, laddove gli slogan riduttivi sul fenomeno migratorio sembrano servire più a «dire con chi stai e soprattutto contro chi stai, ma non ti fanno capire le differenze». Sono “sbarcati” in Italia in 19mila nel 2019, mentre ben 285mila italiani andavano a cercare fortuna all’estero. L’umanità è migrante, da sempre. Ci spostiamo per vivere meglio, sia noi italiani che chi arriva qui. Solo che poi noi ci inalberiamo se ci mettono paletti e limitazioni al nostro “andare all’estero”, mentre continuiamo a metterne a chi viene in Italia, creando così una fabbrica di irregolarità...

Su Verona Fedele del 26 settembre 2021 approfondimento sul tema e intervista al card. Bassetti.

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