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È arrivata santa Lucia!

di LUCIA BELTRAME MENINI

I ricordi trepidanti della notte magica che porta al 13 dicembre, giorno in cui la santa di Siracusa fa visita ai bimbi che hanno fatto i bravi 

Parole chiave: Santa Lucia (6), Tradizioni (5), 13 dicembre (4)
È arrivata santa Lucia!

di LUCIA BELTRAME MENINI

Qualche anno fa ho chiesto a mia mamma: «Perché mi hai chiamata Lucia?». 

Lei mi ha risposto: «T’ho messo il nome della nonna Lussia; mi voleva così tanto bene!». Il ricordo, legato al mio passato, mi rammenta che, anche quest’anno, la festa di santa Lucia si avvicina a grandi passi. È un pensiero che mi porta indietro nel tempo; risento la voce di suor Gaetana intenta a insegnarci una filastrocca: “Santa Lucia bella / dei bimbi sei la stella / pel mondo vai e vai / e non ti stanchi mai...”. Mi rivedo, a fine giornata, percorrere il sentiero che dall’asilo mi porta a casa e, saltellando, ripetere alcuni versi della poesia per non dimenticarli: “Porti confetti e doni / a tutti i bimbi buoni...”.

Mi sovviene anche una vigilia particolare della festa. Eravamo tutti nella cucina della canonica per la preghiera serale; lo zio parroco, don Luigi Mozzambani, aveva invitato la mia intera famiglia. Tra un’Ave e l’altra, il mio sguardo è stato attratto dal buco nel soffitto, dove prima c’era el canon de la stua. All’improvviso, dopo il suono di un campanellino, dal foro rotondo due mani si sporgono a buttare noccioline, noci e caramelle... Noi quattro bimbi, sorpresi ed emozionati, ci siamo trovati con il naso all’insù; l’incanto parve rompersi al grido forte di mio fratello: «Quelle sono le mani di suor Savina!». «No, no, ti sbagli! È la santa sul tetto, che viene dal cielo!», insistette una voce di donna.
Subito dopo, tutti a letto presto, tenendo gli occhi ben chiusi, sennò la santa ci avrebbe buttato una manciata di cenere negli occhi... Quanta attesa, fin dalla ricorrenza dei morti, per questo magico momento. I genitori e la maestra a scuola insistevano col raccomandarci di fare pulito perché, a giorni, sarebbe arrivata santa Lucia. Bisognava essere ubbidienti, non fare bisticci; sennò, al posto dei dolci, nel piatto tradizionale avremmo trovato il carbone. E noi bambini ci impegnavamo davvero nel fare diligentemente i compiti, aiutando in famiglia con piccoli lavoretti, tipo pulire le scarpe con la patina, apparecchiare la tavola, mettere in ordine le poche cose della casa...

Poi si scriveva la letterina alla Santa: “Cara santa Lucia, prometto che sarò buona, portaci i tuoi doni: una bambola per me e mia sorella, un carrettino per Gianni, il Meccano a Santino, qualche dolcetto da dividere tra tutti...”.

La mattina del 13 dicembre, alle prime luci dell’alba, eravamo già svegli:i doni erano posati sopra il comò, ingigantiti dal riflesso della specchiera. Che gioia indescrivibile, che vociare festoso di bimbi e i grandi a guardarci e a godere con noi! 

Sulla porta di casa erano rimasti i segni del passaggio: vuoto il bicchiere del latte e il pugno di fieno per l’asinello non c’era più. Ma santa Lucia durante il giorno passava ancora dalla piazza del paese: vestita di bianco, con il velo che le copriva la testa e il volto, le sue mani infilate nei guanti bianchi... Io la guardavo stupita, con un po’ di timore e lei mi accarezzava, quasi sapesse che portavo il suo stesso nome... Passava insieme al suo musseto che trainava un carrettino e il cocchiere Castaldo teneva le redini in mano e premuroso la custodiva.

Tutto questo avveniva nei nostri paesi di campagna, mentre in città, a Verona, c’era e c’è tuttora la tradizionale Fiera di Santa Lussiacol fredo che crussia. L’ha cantata in rima anche il nostro poeta Barbarani: I l’ha fati su de note/co le asse e col martel,/co le tole, mèse rote / piturade da cortel... / Quanta gente! Che boresso, / drio na tromba che fa piiiii /... Con parmesso, con parmesso, / che voi védarli anca mi...”.

Santa Lucia è davvero tanto amata dai bambini, ma lo è molto anche dagli adulti. Questa santa di Siracusa (283-304), martirizzata sotto Diocleziano, è considerata la protettrice della vista. Le sue spoglie sono custodite nella chiesa di San Geremia (Cannaregio) a Venezia, dove viene festeggiata, come pure a Vicenza, a Bergamo, a Brescia e... nei Paesi scandinavi, dove le fanciulle, per tradizione, mettono una corona in testa, decorata da candeline che richiamano il dono della luce.

Vorrei concludere con una viva preghiera a santa Lucia: che illumini le menti e i cuori di noi poveri mortali, perché con la sua luce faccia sorgere in noi il sentimento dell’accoglienza verso tutti i bambini e i migranti che bussano alle nostre porte!

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