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Cinque anni di Minor Hierusalem

di REDAZIONE

L'iniziativa culturale diocesana fa conoscere l'ingente patrimonio scaligero

Cinque anni di Minor Hierusalem

di REDAZIONE

Cinque anni ricchi d’impegno per il progetto “Verona Minor Hierusalem, una città da valorizzare assieme”, che ha coinvolto attivamente oltre 1.600 cittadini di diverse generazioni: tra questi, 845 studenti del progetto Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), studenti universitari, professionisti, pensionati della terza e quarta fascia d’età non solo della nostra città e provincia.
Tantissime “belle persone” innamorate della loro città che, grazie ad una costante formazione culturale e spirituale, hanno riscoperto le radici di Verona ricca di chiese, monumenti, personaggi di spicco che ci hanno lasciato un’eredità ricchissima, tutta da valorizzare. Con l’obiettivo di far conoscere questo ingente patrimonio, i nostri volontari dal 25 novembre 2016 hanno accolto 343.504 cittadini, pellegrini e visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
I “volontari della cultura” hanno scelto di mettere la persona al centro del proprio servizio, svolgendolo con passione e impegno nella logica dell’economia del dono. Vengono accompagnati nel loro servizio con una formazione pluridisciplinare di oltre 200 ore l’anno a cui possono liberamente partecipare in cambio della loro disponibilità di tempo di almeno otto ore al mese, che li vede coinvolti nell’accoglienza di fedeli, pellegrini e turisti in 17 chiese di tre itinerari culturali scritti da Davide Adami e sviluppati lungo l’antica via Postumia che attraversa la nostra città, arricchiti da riflessioni spirituali del vicario alla cultura, mons. Martino Signoretto, ideatore del Progetto della Verona Minor Hierusalem.
Un’iniziativa che mette al centro anche due altri elementi: l’arte (e la sua spiritualità) e il valore delle relazioni tra le persone, siano esse visitatori, pellegrini o volontari di qualsiasi età, provenienza e formazione spirituale. L’inclusività, l’accessibilità, l’attenzione all’altro, la complementarietà dei talenti, le competenze e le professioni stanno alla base del modello organizzativo e valoriale “Tessere relazioni per il bene comune” ideato da Paola Tessitore, che Verona Minor Hierusalem ha fatto proprio, volendolo inserire anche nel codice etico dell’attuale Fondazione Verona Minor Hierusalem, nata per volere della Diocesi di Verona dopo due anni di sperimentazione del progetto.
È un’idea bella e originale, che ha già favorito la nascita di altre iniziative. È un progetto aperto a tutti, ricco di valori umani e spirituali con cui la Diocesi, grazie ai numerosissimi volontari dell’accoglienza e alla disponibilità e collaborazione dei parroci e rettori delle chiese coinvolte negli itinerari proposti, intende portare avanti facendo sempre più rete con enti, istituzioni e mondo imprenditoriale non solo del nostro territorio. Un sentito ringraziamento va anche ai professionisti, docenti, donne e uomini di cultura che in questi cinque anni hanno favorito un importante impatto culturale e sociale. Tra questi Fondazione Cariverona, Cattolica Assicurazioni e Banco Bpm, che con la Diocesi hanno sostenuto economicamente il progetto.

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