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L'Hellas non rovina la festa di Juve e Buffon

Festa per il settimo scudetto consecutivo della Juventus e per l'addio di Buffon al calcio italiano all'Allianz Stadium di Torino. Vince la formazione bianconera 2-1 ma l'Hellas non sfigura. Si decide nella ripresa: al 49' gol di Rugani su respinta corta di Nicolas, raddoppio al 52' di Pjanic su punizione e gol della bandiera di Cerci, bravo ad infilare Pinsoglio al 75'. All'84' Nicolas respinge un calcio di rigore di Lichtsteiner.

L'Hellas non rovina la festa di Juve e Buffon

Sconfitta con onore, senza sfigurare per l'ormai da tempo retrocesso Hellas Verona all'Allianz Stadium di Torino. Per carità, niente di trascendentale, partita giocata su ritmi non certo altissimi e condotta in porto dalla Juve scudettata nel giro di tre minuti a inizio ripresa. Però il Verona non ha fatto da sparring-partner passivo, spettatore non pagante della festa bianconera, come forse qualcuno poteva temere. Anzi, è stato proprio l'Hellas a farsi vedere ad inizio gara: al 3' Ferrari spintosi in attacco, su filtrante di Cerci viene anticipato all'ultimo da Lichtsteiner. E al 16' è Fares dopo due dribbling a sporcare i guantoni di Buffon che respinge il destro del franco-algerino. Segue una sorta di tiro al bersaglio dei bianconeri, soprattutto da fuori area. Ci prova Lichtsteiner (anche lui all'ultima in maglia bianconera, come pure Marchisio) al 23', alto di poco. Poi di testa Mandzukic un minuto dopo, conclusione debole e centrale; Dybala, a conclusione di un triangolo con il compagno croato, ma il sinistro dal limite termina a lato. Al 31' su angolo è Lichtsteiner a rischiare l'autorete. Un minuto dopo Nicolas è strepitoso ad alzare con la mano di richiamo il tiro in acrobazia di Mandzukic. Al 40' la Juve colpisce la traversa: Pjanic libera in area Dybala, doppio dribbling e conclusione di sinistro in diagonale che si stampa sul legno. Al 43' Mandzukic da ottima posizione gira al volo di sinistro, ma la palla è alta. Al 44' Allegri deve sostituire l'infortunato Sturaro con Bentancur. Si va al riposo sullo 0-0.

Ad inizio ripresa Pecchia inserisce Bearzotti al posto di Caracciolo. Al 49' la partita si sblocca: sinistro di Douglas Costa, Nicolas respinge corto e Rugani col piattone destro infila. Dopo l'ammonizione di Fares, al 52' arriva il raddoppio bianconero grazie ad una magistrale punizione di Pjanic con palla a sorvolare la barriera (con alcuni uomini che non saltano) e Nicolas immobile. Viene ammonito Fossati, Zuculini rileva Aarons ma il minuto clou è il 63': dopo aver abbracciato ad uno ad uno i suoi compagni, Gianluigi Buffon dopo 656 partite e 17 anni in maglia bianconera, dà l'addio al calcio italiano e lascia il posto al terzo portiere Pinsoglio. Al 66' entra anche Higuain per Douglas Costa e al 75' il Verona va in gol, annullando il record di 23 partite senza subure reti: è Romulo (il migliore del Verona) a crossare da destra e Cerci (molto buona anche la sua prova) in corsa anticipa Rugani e di sinistro tocca il pallone quel tanto che basta perché si infili nell'angolino alla destra di Pinsoglio. La partita perde di interesse e tutti gli occhi sono rivolti alla tribuna con Buffon impegnato nel giro di campo per salutare il pubblico. Petkovic rileva il sempre evanescente Matos (anche oggi tanto fumo e niente arrosto, quindi peggiore dell'Hellas) e all'84' l'arbitro Pinzani fischia un discutibilissimo rigore per fallo di mano di Bearzotti, che dava la schiena al pallone: va sul dischetto Lichtsteiner ma la sua conclusione è poco angolata e non molto forte: Nicolas intuisce e devia. Ci provano sia Higuain che Petkovic ma il risultato non cambia più e dopo 3 minuti di recupero l'arbitro fischia la fine della partita e del campionato.

Per il Verona, sebbene sconfitto, una conclusione perlomeno decente di un campionato disastroso. Ora la parola alla società chiamata ad assumere un nuovo allenatore e a fare una mezza (almeno) rivoluzione sul mercato, tra giocatori in prestito che torneranno alla base e altri che sfigurerebbero persino in Serie B. Chi vivrà, vedrà, ma nella rosa attuale sono non più di 4-5 i giocatori da salvare per poter sperare di imbastire una formazione in grado di lottare per tornare subito nel massimo campionato.

(Gianluigi Buffon in una foto di Alberto Fraccaroli)

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