Una giornata particolare
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Le trigri tra natura e letteratura

A poche persone non piacciono i cartoni animali; ancora meno sarebbero disposte ad ammetterlo pubblicamente. Tra i pochi, vi è Riccardo Zara, tra i più prolifici autori e cantanti di sigle e colonne sonore, che ha ammesso di non aver mai amato il genere e che mai avrebbe voluto scrivere “melodie per bambini”...

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Le trigri tra natura e letteratura

A poche persone non piacciono i cartoni animali; ancora meno sarebbero disposte ad ammetterlo pubblicamente. Tra i pochi, vi è Riccardo Zara, tra i più prolifici autori e cantanti di sigle e colonne sonore, che ha ammesso di non aver mai amato il genere e che mai avrebbe voluto scrivere “melodie per bambini”. Il suo sogno e la sua origine erano il rock and roll; ha provato a più riprese a sfondare nella musica leggera (anche grazie alla stima di Bruno Lauzi), ma a partire dagli anni Ottanta agli occhi – o meglio, alle orecchie – della gente (e del figlio) rimane legato ai cartoni animati.
Non avrà realizzato pienamente i suoi progetti personali, ma sicuramente ha contribuito a far divertire e crescere molte persone, di tutte le età, che si sono legate a Gigi la Trottola, Lady Oscar, Yattaman, senza contare il telefilm Rin Tin Tin. E probabilmente ha anche creato un nuovo modo di relazionarsi dell’uomo con le tigri. La sua voce per Tiger Man ha aiutato a guardare a questi animali non con paura, ma come esempio di forza e lealtà: un misto di ammirazione e rispetto che diventa oggi fondamentale per la vera lotta che non è contro i sicari della Tana delle Tigri, ma contro il pericolo di estinzione. E soprattutto per uno scontro che non ha un esito così scontato come nel cartone.
La giornata mondiale che viene dedicata ogni anno a questo animale (29 giugno) ci ricorda che è il più grande felino del pianeta, che è uno dei più belli, maestosi e intriganti, ma soprattutto che è ad oggi una delle specie più a rischio. Nel 2010 a San Pietroburgo si sono riuniti i rappresentanti dei tredici Paesi che ospitano la tigre. È stata l’occasione per lanciare un grande allarme: si contavano solo 3.200 esemplari in natura (il 3% di quelle conteggiate un secolo prima) con l’estinzione di tre delle nove sottospecie e l’apprensione per la tigre di Sumatra, in grave pericolo per il bracconaggio e la distruzione dei suoi habitat naturali.
Non è stato però un momento di resa o solo di sterile propaganda, ma un’occasione di grande intraprendenza, con l’approvazione di una Dichiarazione che fissava l’ambizioso obiettivo di raddoppiare il numero delle tigri selvatiche entro il 2022. I motivi erano molteplici (dall’equilibrio naturale al turismo) e si è puntato a coordinare interventi legislativi e operativi di tutela degli habitat, organizzazione di percorsi sicuri per gli spostamenti nelle aree più pericolose, aiuto ai villaggi eventualmente danneggiati, riduzione dell’utilizzo nella medicina asiatica, chiusura delle cosiddette “tiger farms” ovvero quella sorta di allevamenti che alimentano il commercio illegale e che secondo gli esperti contano più elementi che la natura.
Nonostante le difficoltà e gli imprevisti, i risultati cominciano a vedersi: in questi mesi si sono censite circa 4mila esemplari liberi. L’orizzonte è che la visita allo zoo o la – pur abbondante – visione televisiva (da Aladdin a Vita di Pi, passando per Sandokan) non rimarranno gli unici modi per guardarle.

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