Una giornata particolare
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La democrazia che sta vivendo tempi complicati

In quello strano e variegato ecosistema che è l’Occidente, si è passati in breve tempo dal voler esportare la democrazia in tutto il mondo al considerarla una forma non più adatta al presente e alle sfide future...

In quello strano e variegato ecosistema che è l’Occidente, si è passati in breve tempo dal voler esportare la democrazia in tutto il mondo al considerarla una forma non più adatta al presente e alle sfide future. Nel mezzo c’è sempre la satira – per sua natura tendente all’esagerazione – che nelle ultime settimane ha proposto sui social un provocatorio meme: “Guarda qua. A noi chiudono le discoteche, mentre ai bielorussi che si ammassano a migliaia non dicono niente. Beati loro che non hanno una dittatura!”. Il termine democrazia ha origine nell’Antica Grecia quando un nuovo sistema politico cominciò a proporsi al fianco di monarchia e aristocrazia. Da subito, però, si presenta una serie di ambiguità. Demos, infatti, può designare l’intero corpo dei cittadini o la fetta “popolare” ovvero non nobiliare; quindi con valore inclusivo oppure di esclusione (e valutazione) delle persone. D’altra parte, kratos può significare forma di governo oppure potere violento che non rimane nei limiti della legge; con quest’ultima accezione, che sembra essere quella intesa da chi per primo coniò il termine democrazia, essa risulterebbe il modo con cui una parte del popolo si sentirebbe autorizzato ad andare contro ogni ordine umano e divino. Molti, poi, si chiedono se ci sia davvero continuità tra la democrazia classica (a partecipazione limitata e diretta) e quella contemporanea (universale e rappresentativa), e ancor di più se esista un nucleo immutabile di questa forma di governo. In questa prospettiva, alcuni ne riconoscono una presenza “carsica” in ogni situazione storica mentre altre voci ne hanno ritmicamente dichiarato la fine o almeno la sospensione. Perfino riguardo al prossimo referendum ci sono due contrapposizioni: se in generale sia davvero una espressione di democrazia (o solo un oppio per il popolo) e se in particolare questo la favorisca o la limiti. Quello che di indiscusso la storia ci trasmette, è che la democrazia è un elemento che non necessita di acque serene e tranquille, se è vero che nasce in un ambiente segnato da profonde trasformazioni (sociali, economiche, tecnologiche, ecc.) e da grande instabilità, soprattutto per le ripetute ondate migratorie e un equilibrio tutto da ritrovare tra i vecchi poteri e cittadini sempre più consapevoli. A scanso di equivoci, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a fine 2007 ha proclamato il 15 settembre come Giornata internazionale della democrazia. L’intento è di verificarne lo stato nel mondo, offrire riflessioni e prospettive, consapevoli che non è solo un obiettivo, ma soprattutto un processo verso cui sempre tendere. L’orizzonte dentro cui si muove l’Onu – in particolare con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – è che se si vuole un futuro migliore, fatto di vera pace, uguaglianza e progresso, occorrono istituzioni più inclusive, che garantiscano a ogni cittadino maggior coinvolgimento, ascolto e potere; ricordando come diceva Spiderman che “da un grande potere derivano grandi responsabilità”.

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