Una giornata particolare
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Il pollo arrosto ha la sua giornata sì quando è preparato dai nonni

Il 2 ottobre è anche la Giornata internazionale del pollo arrosto

Il pollo arrosto ha la sua giornata sì quando è preparato dai nonni

Davvero speciale e intricata questa storia delle Giornate particolari! Cerchiamo delle certezze partendo da ciò che è stabilito per legge: con la n. 159 del 31 luglio 2005, in Italia ogni 2 ottobre si celebra la festa dei nonni “quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”. Tanti Stati hanno deciso di festeggiarli, ma scegliendo date diverse: per noi il legame è con la memoria liturgica degli angeli custodi.
Da subito si è trovato pure un fiore ufficiale: il nontiscordardimé, scientificamente chiamato myosotis (dal greco: “orecchie di topo”, come appaiono le foglie), che è presente in tutto il territorio nazionale. La fantasia umana è andata anche oltre, associando a questa data anche il piatto comunemente più preparato dai nonni.
In questo modo il 2 ottobre è diventata anche la Giornata internazionale del pollo arrosto, che il 36% dei nostri connazionali considera il vero piatto (o almeno il secondo piatto) della nonna. E non risulta una tortura, né una cosa da cui emanciparsi in fretta, se è vero che il pollo è considerato il cibo della ferialità (con un consumo pro-capite di 20 kg all’anno) che diventa quello della festa quando, appunto, è cotto arrosto (per oltre metà degli italiani). La carne di pollo risulta anche la più consumata nel mondo (ad ogni latitudine e in ogni cultura), con una diffusione massiccia della cottura arrosto, per un piatto che – chi parla bene – dice essere il più glocal, ovvero il più internazionale e allo stesso tempo quello che custodisce più specificità locali. Facendoci venire l’acquolina in bocca facciamo un giro da ovest ad est.
Chi chiede del pollo arrosto in America lo può apprezzare nella variante Julia Child (con erbe aromatiche burro e miele caramellati); in Giamaica troverà soprattutto il Jerk Chicken (con spezie, pepe locale, mix di peperoncino caraibico); in Portogallo e in molte sue ex colonie è consigliato chiedere il Piri Piri con i piccolissimi peperoncini di origine mozambicana chiamati African bird’s eye; nel Nord Africa domina ancora il piccante con la salsa harissa composta di peperoncini tunisini (baklouti peppers) mischiati con i semi di cumino e coriandolo; in India c’è soprattutto il pollo tandoori, croccante fuori e morbido dentro; in Giappone il pollo arrosto è servito preferibilmente a piccoli pezzi glassati con salsa teriyaki. In questo viaggio abbiamo saltato le nostre cucine, anche perché come sempre le nostre regioni si contraddistinguono per varietà e ricchezza. Nelle scorse edizioni della Giornata vi sono stati vari dibattiti per definire la ricetta italiana per eccellenza o almeno per stabilire una volta per tutte se si commette peccato grave mangiando il pollo arrosto con le mani o senza patate. La tensione si è sciolta quando si è puntato a presentare la diversità e così ognuno può dire la sua usando l’hashtag #polloarrostoday. Con una certezza: il pollo più buono è quello che viene preparato dai propri nonni!

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