Una giornata particolare
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I fisioterapisti, “santi” che ci rimettono in sesto con la forza delle mani

In molti ambiti si può far risuonare la certezza del Qoelet: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Molte “novità” con l’eccessivo carico di seduzione o timore, si rivelano in realtà tradizionali

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I fisioterapisti, “santi” che ci rimettono in sesto con la forza delle mani

In molti ambiti si può far risuonare la certezza del Qoelet: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Molte “novità” con l’eccessivo carico di seduzione o timore, si rivelano in realtà tradizionali. Tra questi, i trattamenti sanitari fisici senza medicinali, con la corretta tecnica dei massaggi che si può far risalire al testo cinese del Kong Fou (III millennio a.C.) e al testo sacro dell’Ayur-Veda (XVIII secolo a.C.).
Conosciuti da Egiziani, Persiani e Giapponesi, erano proposti da Ippocrate (460-377 a.C.) insieme ad alcune tecniche di trazione e terapie manuali. Su questa linea si pose anche Galeno (II secolo d.C.) che – formatosi nella cura dei gladiatori – le preferiva ai farmaci. Nel Medioevo si visse di contrasti (anche) in questo ambito, con una continua crescita in Oriente e un vero declino in Occidente (per una diffusa visione distorta del corpo e del contatto fisico), mentre l’islamico Avicenna (XI secolo) diede origine all’aromaterapia per curare insieme il corpo e l’anima.
L’invenzione e la diffusione della stampa fu importante anche per far conoscere disturbi come artrite, artrosi e reumatismi, e per mettere in condivisione i metodi curativi (soprattutto massaggi e idroterapia) che divennero così sempre più efficaci e fatti propri dalla medicina popolare. Più che dai “medici tradizionali”, quindi, si cominciò a rivolgersi ai cosiddetti “tiraossi”, in uno spazio un po’ grigio in cui si infilarono anche guaritori e fattucchieri.
A partire dal XIX secolo la comunità medica si è spaccata tra chi scredita e chi guarda con interesse ogni terapia manipolativa. Importanti – in un grande giro del mondo – furono lo svedese Pehr Henrik Ling (1776-1839), ritenuto il primo vero fisioterapista, l’americano Andrew Taylor Still (1828-1917), considerato il padre dell’osteopatia e l’inglese James Mennell precursore a inizio XX secolo della terapia manuale ortopedica, a cui si può affiancare il canadese Daniel David Palmer (1845-1913), fondatore della chiropratica che rientra nell’alveo delle medicine alternative, nonostante qualche efficacia attestata nel trattamento del dolore alla schiena.
Nel 1813 il Regno di Svezia fondò il “Royal Central Institute of Gymnastics” dove applicare la cosiddetta ginnastica svedese – massaggi, manipolazioni ed esercizi di recupero funzionale – individuati da Ling che fu nominato primo direttore. Il grande successo portò il Consiglio nazionale per la salute a registrare tutti gli operatori di tale disciplina: gli attuali fisioterapisti.
La progressiva accettazione in Occidente ha portato ulteriori affinamenti che ne fanno oggi una branca della medicina. L’8 settembre 1951, a Copenaghen, fu fondata la Confederazione mondiale di fisioterapia, a cui si è legata l’Associazione italiana qualche anno dopo. A quella data si rifà la Giornata mondiale della fisioterapia, che offre un significato terapeutico al “mettersi nelle mani di qualcuno”, con la messa in guardia – come sottolinea la campagna nazionale – che siano #lemanigiuste.

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